DIAMO I NUMERI – Sarri ti presento Pavoletti: 17 gol dagli 11 metri

 

Tutto ciò che veniva criticato a Manolo Gabbiadini, il Napoli lo ritroverà in Leonardo Pavoletti. Sembra esserci qualche intoppo nell’ultimare la trattativa, con le visite mediche slittate ma, su entrambi i fronti, resta forte la convinzione di poter completare questo trasferimento.

Se con Higuain e Milik il Napoli ha avuto e ha tutt’ora una punta di movimento, in grado di far sentire il proprio peso in area di rigore e, al tempo stesso, giocare un po’ più esterno, dimostrandosi avvezza al dialogo con i compagni di reparto, con Pavoletti si fa un passo verso il passato.

Quello dell’attaccante del Genoa è un calcio vecchia maniera, fatto di cuore e tempismo. Qualcosa insomma che non passerà mai di moda. E’ una belva d’area di rigore, col cruccio di qualche infortunio di troppo. Ha giocato in squadre dove le chance di segnare risultavano essere circa 2-3 a partita. A Napoli la musica sarà ben diversa, dal momento che gli azzurri hanno ampiamente dimostrato di sapere creare occasioni. Peccato però che lì davanti non ci sia chi la butti dentro in tutti i modi, di destro, sinistro o di testa.

Un riferimento non a caso, dal momento che, guardando alle ultime 17 reti, comprendendo quelle della passata stagione e di quella in corso, la punta di Juric ha ampiamente dimostrato di saperci fare col destro, date le 11 realizzazioni, di testa, con 5 centri e di sinistro, che non è il suo preferito, ma ha saputo regalargli una gioia.

Mertens ha dovuto apprendere i movimenti in area di punta in un mese, riuscendo a conciliare il proprio estro a una posizione più avanzata. Ciò che manca è però il fisico, cosa che farà la differenza per le avversarie del Napoli nel 2017. Pavoletti dovrà semplicemente restare se stesso, ovvero un animale da gol che ha segnato nelle ultime due stagioni unicamente dagli 11 metri. Un difetto per alcuni, un pregio per la rosa di Sarri. I tiratori da fuori area non mancano, come Hamsik e Insigne hanno ampiamente dimostrato. Ora serve chi porti via difensori dalle spalle di esterni e centrocampisti, chi sappia sfruttare almeno una delle 10 chance fornite a gara. A 28 anni è giunto il momento della svolta e, per il Napoli, quello di divertirsi (ancora).

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