Higuain, ci hai pensato? In finale vinci solo col Napoli

Gonzalo Higuain ©Getty Images
Higuain ©Getty Images

La Juventus torna di nuovo battuta dal Qatar nella Supercoppa Italiana, ed ancora una volta dopo aver perso ai calci di rigore.

A dicembre di due anni fa fu il Napoli a stroncare le ambizioni bianconere dal dischetto dopo una caparbia doppia rimonta. Questa volta è toccato invece al Milan rimediare al vantaggio iniziale appannaggio degli uomini di Allegri, per poi sorprenderli dagli undici metri. Una maledizione per la Juventus insomma, ma ancora di più per Gonzalo Higuain, all’ennesima finale persa in carriera. L’argentino ha visto sfumare ieri il primo match point stagionale e deve dire addio al primo trofeo che avrebbe potuto conquistare con la sua nuova squadra, dopo le due finali vinte con il Napoli.

A questo computo negativo, eccezion fatta per i colori azzurri, occorre aggiungere anche le disfatte vissute in prima persona con la maglia dell’Argentina per tre anni consecutivi: alla finale di Coppa del Mondo 2014 persa contro la Germania al termine dei supplementari e nella quale Higuain venne criticato per aver clamorosamente fallito un paio di buone occasioni, bisogna aggiungere anche i due atti conclusivi di Coppa America, dove la sua Argentina era capitolata entrambe le volte contro il Cile ai calci di rigore.

A Napoli era diverso

Di contro ecco la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana conquistate con la maglia del Napoli nel 2014, e nelle quali Higuain si distinse in positivo, tra assist e gol decisivi. Suoi furono gli acuti che permisero ai partenopei di acciuffare per due volte la Juventus a Doha, andando poi a vincere ai rigori. E tra Napoli, Juventus, Argentina ed anche Real Madrid, che ha preceduto l’esperienza in Campania di Higuain, c’è una enorme differenza.

In maglia azzurra il puntero sudamericano era un leader, il catalizzatore del gioco in campo, con l’intera squadra a lavorare per lui ed a valorizzarne il potenziale offensivo. Ed allo stesso modo il buon Gonzalo era perfettamente integrato negli schemi globali di squadra, come attestano anche i non pochi assist siglati nel suo triennio napoletano (ben 28 in tutte le competizioni, a fronte di 91 gol segnati).

Duelli persi

Al Real, in Nazionale ed ora alla Juve risulta invece essere uno dei tanti, pur mantenendo spesso un buon andamento in termini di prestazioni. Ma il dualismo con Mandzukic non sta mostrando una superiorità netta nei confronti del croato, anzi. E pure quello dei confronti diretti quasi mai vinti con i tanti competitors rappresenta una costante pressoché presente nella carriera di Higuain. nell’Argentina, nonostante le convocazioni continuino ad arrivare, la stragrande maggioranza dei tifosi albiceleste vorrebbe dargli il foglio di via in favore di Mauro Icardi o di qualunque altro, attribuendo proprio a Higuain più di tutti le responsabilità dell’ultimo triennio nero della Seleccion.

Ed a Madrid fu Benzema ad avere la meglio sul Pipita, con Raul e van Nistelrooy prima di lui, anche se in questo caso sussisteva la giustificazione della giovane età. Ma arrivare adesso a 29 anni senza la possibilità di essere leader vero di una squadra può avere un peso psicologico rilevante. Chissà se il fratello Nicolas e papà Jorge gli avranno parlato di questo…

di Salvatore Lavino (Twitter @sal85lav)

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