Va in archivio oggi il 2016 del Napoli nel match in notturna in casa della Fiorentina. E l’anno per gli azzurri è stato fantastico, con il record di punti conseguito nell’arco dei 12 mesi solari come mai era accaduto prima (81 la cifra fatta registrare dagli uomini allenati da Maurizio Sarri), oltre al ritorno in Champions League onorato con tanto di passaggio agli ottavi di finale da prima del girone. Ma i record individuali e di gruppo dei partenopei tra l’ultima parte della scorsa stagione e la prima metà di quella attuale non si contano. Ed anche chi ha giocato meno è stato in grado di farsi notare: è il caso di Manolo Gabbiadini, l’anno scorso di fatto il miglior “panchinaro” dell’intera Serie A assieme a Dries Mertens per rapporto minuti giocati/gol segnati, con 544′ istanti vissuti in campo e 5 sigilli più 3 assist. Ai quali vanno sommate le 4 reti ed ulteriori 3 assist in 367 minuti di Europa League. Abbastanza per invocarne la convocazione per Euro 2016 al posto dello juventino Zaza, che nel confronto personale con Gabbiadini era uscito sconfitto.
Involuzione
Decisamente peggiore invece l’andamento relativo al 2016/2017, con un parziale di 492 minuti in campo ed un solo gol segnato in Serie A e 177 minuti ed una rete in Champions League. Al di là dei meri numeri, per Gabbiadini a Napoli sembra finita anche considerando altri aspetti: quello tattico anzitutto. L’attaccante scuola Atalanta si troverebbe a suo agio nel 4-3-3 di Sarri solamente prendendo il posto di Callejon come esterno offensivo a destra, per scaricare il suo poderoso sinistro dalla distanza. Ipotesi non contemplabile, perché ad uno come Callejon non rinuncerebbe mai nessuno dato l’equilibrio che lo spagnolo sa offrire sia in fase di copertura che in zona gol. E non a caso ‘Calletì’ è stato l’uomo più impiegato nel Napoli dopo Pepe Reina. Mettere dentro Gabbiadini poi comporterebbe uno stravolgimento strategico non indifferente: ci sarebbe bisogno di maggiore copertura sulla sua fascia di competenza, con Allan di conseguenza a vincere l’eventuale ballottaggio con Zielinski perché più bravo nella fase di interdizione.
Utopia
Un altro modo per vedere il miglior Gabbiadini possibile sarebbe un ritorno al “rafaelitico” 4-2-3-1, una ipotesi ovviamente fuori dal mondo…ma pensate a quanto bene si trovi Gabbiadini in un modulo con una batteria di trequartisti a supporto dell’unica punta, e parlano i numeri stavolta: nella stagione 2014/2015 con Benitez in panchina, Gabbiadini giocò 20 partite col Napoli in Serie A con 857 minuti, 8 gol ed un assist. Più altre tre reti fra Coppa Italia ed Europa League. Tutte favole alla fine: Gabbiadini nel Napoli non sarà mai titolare perché è un attaccante che non ha le caratteristiche di movimento e fisicità necessarie per ricoprire il ruolo di centravanti, e l’esplosione di Dries Mertens al centro dell’attacco azzurro ha contribuito ad oscurarlo definitivamente, anche di più rispetto a quando c’era Higuain.
La dura realtà
Il belga sopperisce al fisico minuto con corsa, dribbling ed istinto del gol notevolmente migliorato nonostante le poche partite vissute da falso nueve. Il bergamasco invece ha pagato caro anche qualche episodio caratteriale e bruciato alcune possibilità concessegli da Sarri (Roma e Crotone, per citarne due), e l’annunciato ingaggio di Pavoletti da parte del Napoli per gennaio non fa che tenerlo ormai ancora di più fuori dal campo. L’addio tra le parti sembra inevitabile, e con tutta probabilità la prossima destinazione di Gabbiadini sarà l’estero, con rassegnazione sia da parte sua che dei tifosi, ma con la consapevolezza che svestire la maglia azzurra sarà alla fine la soluzione migliore per tutti.
di Salvatore Lavino (Twitter @sal85lav)