Da gennaio a gennaio. Questa la parabola in maglia azzurra di Manolo Gabbiadini, giunto in quel di Napoli proprio nella finestra di trasferimenti invernale del 2015 e che nello stesso mese dell’anno ma a distanza di due stagioni potrebbe già lasciare il San Paolo. Gabbiadini due anni fa fu proprio il fiore all’occhiello della campagna acquisti di gennaio che rinforzò con due puntelli mirati la rosa a disposizione di Rafa Benitez. Alla corte dello spagnolo l’ex doriano fece benissimo da esterno di destra del 4-2-3-1 di Rafaeliana memoria. Il numero 23 in 30 gare da gennaio a giugno siglò la bellezza di 11 reti rivelandosi un’arma formidabile a partita in corso e soprattutto una validissima alternativa tattica all’instancabile Callejon. Sembrava l’inizio di un grande amore destinato a durare nel tempo ma purtroppo non è stato così.
Gabbiadini infatti nella sua seconda annata campana trova sulla sua strada Maurizio Sarri. Il bomber italiano in estate diventa l’uomo in più a disposizione dell’ex tecnico empolese che ne esalta le qualità in una prima bozza di 4-3-1-2. I risultati però non arrivano e Sarri cambia registro. Si passa al 4-3-3 e lo spazio per Manolo si restringe di colpo. In avanti c’è posto per una sola punta e in organico il Napoli possiede un certo Gonzalo Higuain. Il resto lo fa proprio il Pipita che cannibalizza l’attacco partenopeo con 38 sigilli stagionali che rimpiccioliscono il povero Gabbiadini. L’ex Samp è infatti ridotto a rari spezzoni di partita e a qualche chance da titolare in Europa League. Minutaggio davvero scarno ma media reti comunque accettabile: nonostante le poche occasioni Gabbiadini chiude comunque l’anno con 9 centri stagionali.
Con l’addio di Higuain in estate le porte sembrano apparentemente riaprirsi. Il Napoli punta sul giovane Milik e di fatto regala a Sarri un bel dualismo per la posizione di centravanti. In estate è ancora Manolo a stupire con una valanga di goal (vedi la sfida al Monaco), ma quando c’è da fare sul serio le gerarchie subiscono ancora un cambiamento. Fino all’ultimo giorno di mercato infatti l’addio di Gabbiadini sembra cosa possibile ma alla fine il numero 23 rimane a giocarsi le sue carte. L’alternanza iniziale con Milik avvia un processo di nervosismo che incupisce l’ex atalantino. Il goal contro il Chievo è una liberazione ma qualcosa continua a non andare per il verso giusto. L’occasione più ghiotta arriva col brutto infortunio del polacco. Ora l’attacco è suo ma neanche questa volta la buona stella di Manolo pare lanciargli un sorriso. La soluzione di Mertens falso 9 prende corpo. Il belga segna e gioca bene mentre Gabbiadini si innervosisce collezionando anche un cartellino rosso a Crotone. Nelle ultime uscite sembra finalmente tornato sui suoi livelli, grazie anche al grande appoggio di un San Paolo che non ha mai smesso di sostenerlo. Il goal manca comunque da tanto, troppo tempo.
A Manolo sono rimaste ad oggi due gare per lasciare un ultimo segno in maglia azzurra. Poi a gennaio potrebbe cambiare tutto. Aria nuova o permanenza, quale sarà il futuro di Gabbiadini?
di Giuseppe Barone (@Giuseppe7Barone)
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