Per Stefano Pioli il San Paolo sta diventando una sorta di contrappasso, di scherzo del karma. Perché quel 4-2 ai danni degli azzurri con la sua Lazio è un ricordo vivido nella testa di tutti, a Napoli, tanto da aver generato solo brutte figure negli anni successivi.
Tra un rigore alto di Higuain ed un 4-2 a sorpresa all’ultima di campionato, tra le mani del tecnico oggi all’Inter si spense il progetto napoletano di Rafa Benitez, che salutò poche ore dopo la sconfitta lasciando il passo a Maurizio Sarri e al Napoli che oggi c’è.
Una risposta subito pronta per gli azzurri: lo scorso anno a Fuorigrotta la squadra azzurra ne rifilò 5 alla Lazio, questa volta si è fermata a 3; vittorie roboanti, che arrivano in due momenti differenti, ma che potrebbero valere tanto, come un giro di boa necessario e decisivo arrivati a questo punto dell’anno.
FINALMENTE IL NAPOLI
L’Inter in campo non c’è proprio arrivata; se dopo 70” sei già sotto nel punteggio, allora la testa dev’essere rimasta a casa. Il Napoli, invece, pare essere rinnovato nell’animo: non si ferma al primo gol, non si specchia più, trova il secondo dai piedi di Zielinski e comincia a tambureggiare come solo le grandi squadre in un match contro una provinciale.
L’Inter lascia agli azzurri (ieri sera in maglia bianca, chissà) intere praterie che Zielinski cavalca senza paura, che Hamsik attacca senza pensarci, che Insigle rifinisce per i compagni.
È una gara a senso unico, che nel primo tempo rinvigorisce i nerazzurri solo per errori della difesa di casa; Icardi, il capocannoniere di questo campionato a lungo cercato dal Napoli la scorsa estate, potrebbe segnare due volte, ma Reina ha deciso di essere decisivo dopo tanto tempo e di salvare la faccia e le sorti del Napoli.
Sarri, a fine partita, metterà il portiere azzurro al centro del successo, rinnovandogli la fiducia dopo un periodo di troppe critiche.
IL CENTROCAMPO DEL FUTURO
Le stesse che sono arrivate all’indirizzo di Lorenzo Insigne, miglior cannoniere di questo Napoli nelle ultime uscite. Il goleador che non t’aspetti: 4 gol nelle ultime tre uscite in campionato. Di destro prima, di sinistro ieri sera, come non t’aspetteresti. Ma nel resto del match presidia la zona da veterano, si spinge in difesa e aiuta la squadra in ogni parte del campo.
È il quid in più in una serata in cui Mertens e Milik guardano dalla tribuna e Gabbiadini non riesce a sbloccarsi; aveva i riflettori puntati, Manolo, ma almeno ci ha messo il carattere che sempre pare difettargli, giocando una partita concreta ed utile per i compagni di reparto. Non ha la palla giusta, quando conclude lo fa direttamente nelle mani di Handanovic, ma Sarri per una volta lo lascia in campo 90 minuti ed è già un miglioramento rispetto alle ultime uscite.
A fine gara, con il risultato acquisito, c’è spazio pure per Marko Rog; due scatti ed una ammonizione procurata per far capire alla gente che il ragazzo farà strada. Una serata indimenticabile per tutti.
Il Napoli chiude con un centrocampo inedito, ma potenzialmente disarmante: Zielinski (1994), Diawara (1997), lo stesso Rog (1995). Hamsik, che ha appena raggiunto Cavani a quota 104 gol azzurri, si gode tutto dalla panchina.
A Lisbona, però, ci sarà ancora bisogno di lui.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)