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L’ANALISI – Finalmente Zielinski

Napoli-Inter © Getty Images

 

 

La sua presenza non era così scontata, tanto che quando si è avuta la certezza della titolarità tutti hanno pensato ad Allan. Piotr Zielinski era partito a razzo, per poi frenare di botto; espressione esatta per questo Napoli.
Lui, come tutta la squadra azzurra, era arrivato ad inizio stagione con prestazioni super, tanto da mettere subito in crisi le gerarchie della mediana azzurra.
Come fare, adesso? Il polacco si era preso la scena: corsa, qualità, quantità. E poco importava se il gol ancora non era arrivato: segnerà, dicevano tutti, lo ha già fatto e lo farà ancora.
Lo avevamo visto tambureggiare con l’Empoli, ma d’improvviso a Napoli la corrente è venuta a mancare: Sarri ha cominciato a preferirgli nuovamente Allan, Hamsik ha alzato i ritmi, e mentre Diawara si prendeva il posto a centrocampo scalzando Jorginho, lui non riusciva a fare lo stesso.

GOL ED ASSIST DA VETERANO

Contro l’Inter (una delle squadre che in estate avrebbe fatto carte false per averlo), però, ha deciso di lasciarci lo zampino: per il primo gol in maglia azzurra bastano 70”, ma la cosa più bella la fa qualche minuto dopo, quando serve ad assist un palla col contagiri che ha bisogno solo di essere messa dentro.
In 6 minuti potrebbe scendere in campo, deciderla e tornare a casa. Ma non ci sta; si mette in proprio ad ogni azione, aiuta in copertura e spinge per far male all’Inter. Pioli e i nerazzurri non trovano contromisure, probabilmente perché una vera contromisura non c’è.
Il più grande difetto di questo Napoli con lui in campo era stato il poco equilibrio, ma ieri sera sembra essere stato trovato anche quello. Ora Sarri sa di poter pienamente contare su di lui, così come tutto il Napoli.
Andremo a Lisbona per vincere, perché siamo una squadra forte e possiamo farlo“, dirà a fine gara. Il Napoli ha chiuso con l’Inter con un centrocampo giovanissimo: con Diawara e Rog, lui, classe 1994, era il più anziano, un veterano del ruolo.
E in effetti sembra davvero un veterano. Poco importa se la carta d’identità recita: 22 anni.

 

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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