Da intoccabile a colpevole. Non il solo, ma comunque fra i primi della lista. Due mesi da incubo per Maurizio Sarri, che proprio non riesce ad uscire dal tunnel. Di attenuanti ne ha, in particolar modo per i problemi in attacco dei singoli: e infatti la squadra fa una fatica immane nella finalizzazione dell’azione, perché, seppur in difficoltà, di occasioni ne crea eccome. Ma il lavoro dell’allenatore è anche questo: capire i problemi e trovarne le soluzioni. Per capire il problema non ci vuole Einstein, ma per le soluzioni siamo ancora in alto mare.
Ma non è solo quello a creare dubbi intorno al tecnico azzurro. Più che discutibile è anche la gestione della rosa. Scelte spesso incomprensibili quelle di Sarri, in corso e dal primo minuto, proprio come ieri: Strinic palesemente in difficoltà contro la reattività dei neroverdi (e meno male che Politano s’è infortunato), Gabbiadini che proprio non riesce a meritarsi i 90′ e l’ingresso di Giaccherini nei minuti finali della partita. E non dimentichiamoci del misterioso Rog, pronto ma non prontissimo per poter scendere in campo sull’1-0.
Il vecchio Napoli, schiacciasassi e ardente, per ora è solo un lontano ricordo. Le trame di gioco ci sono, ma manca quella brillantezza fisica e mentale di un anno fa e di inizio stagione. Quella di ieri era una partita decisiva, da vincere senza se e senza ma, e Sarri lo sa benissimo. Non solo per ritrovare fiducia, ma anche per esigenze di classifica. Il treno per la Champions League corre veloce: il viaggio è ancora lungo, ma guai a perdere troppe fermate, si rischia di rimanere a piedi.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)