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Da roccaforte a terra di conquista, la metamorfosi del San Paolo

San Paolo © Getty Images

Uno scialbo zero a zero. Napoli a secco e una prestazione deludente sotto tutti i punti di vista. La serata di Champions League non regala gioie, ma solo pensieri e dubbi. L’assenza di Arek Milik, seppur prezioso, può essere l’alibi per tutti i problemi visti contro la Dinamo Kiev? I numeri sono lì, pronti a dare certezze quando le cose vanno bene, ma anche a smontare ogni tesi sostenuta quando i risultati non arrivano. Si è parlato di squadra condizionata dal pareggio altrui. Ma non basta a giustificare una vittoria alla portata del potenziale tecnico degli uomini di Sarri. Poi si guarda indietro ed è facile intuire come anche al San Paolo non si vince più come una volta.

La sconfitta contro il Besiktas ed il pareggio contro la Dinamo Kiev hanno interrotto una campagna europea perfetta. Il ko contro la Roma e il pareggio contro la Lazio hanno certificato il momento no della squadra anche in campionato. Pesano soprattutto le sconfitte contro i turchi e i giallorossi. La prima ha complicato notevolmente la qualificazione agli ottavi di Champions League. I tre punti persi contro Spalletti sono stati i primi al San Paolo dall’avvento di Sarri. Sicuramente non un caso. Problemi in difesa, poca efficacia in attacco e tanti punti interrogativi senza risposte. Un equilibrio da ritrovare suggeriscono gli speranzosi, magari sfruttando a dovere le risorse a disposizione sentenziano i critici. Nella sostanza il 4-3-3 dei piccoli funziona a tratti e Milik così si trasforma in salvatore della Patria da attendere con trepidazione. Con il polacco in campo il Napoli ha vinto quattro partite su quattro in casa contro Milan, Bologna, Chievo e Benfica. Dopo il suo infortunio solo tre punti in casa contro l’Empoli. La roccaforte San Paolo si è improvvisamente trasformata in terra di conquista. Il Napoli non fa più paura, graffia ma non fa male. Ed impietosi arrivano i fischi della tifoseria.

di Claudio Cafarelli (twitter @claudioc7)

Claudio Cafarelli

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