Due settimane volate via, tante gare delle nazionali ormai alle spalle e, all’orizzonte, finalmente un nuovo ciclo da affrontare. Tutto d’un fiato fino a. Natale. Il Napoli è ormai tornato, tutti gli azzurri si sono ritrovati a Castel Volturno agli ordini di Sarri e la gara di udine, prevista per sabato pomeriggio, è già attualità.
Il tecnico azzurro porta con sé tanti pensieri, alcuni problemi e sparuti dubbi: come affrontare la gara in Friuli? A chi affidare le chiavi della squadra? Ma soprattutto, come sta questo Napoli?
Le risposte non possono arrivare dagli allenamenti, visti i ranghi ridotti degli ultimi due giorni, ma necessariamente passeranno per il campo: gli azzurri devono ritrovare la vittoria e tornare dalla sosta diversamente rispetto ad un mese fa quando al rientro, il match con la Roma, segnò già il cammino dei ragazzi di Sarri.
SPAZIO AL 5
Nel segno del 5 la gara di Udine: il Napoli insegue in classifica, l’ultimo turno l’ha visto indietreggiare e rincorrere e ora la distanza dal secondo posto, occupato dalla Roma di Spalletti, è proprio di 5 punti.
Non sarà una gara facile, però, quella di sabato, non lo è mai stata storicamente e tutto l’ambiente udinese aspetta come sempre la gara di sabato con tanta fibrillazione.
La storia spaventa un po’ gli azzurri: nei 38 precedenti tra le due squadre in Friuli, il Napoli ha vinto solo 5 volte, l’ultima nel 2007, al prima anno di A della dirigenza De Laurentiis.
Gli azzurri erano appena risaliti in massima serie e, dopo la sconfitta interna all’esordio contro il Cagliari, la trasferta in casa dei bianconeri fu un successo: 5 reti a zero.
Era una squadra giovane, appena rifondata quasi per intero, che portava con sé l’esperienza della Serie B ma che guardava con ottimismo al futuro.
Tutto passava dai piedi di giovani gioielli come Hamsik e Lavezzi, dalla freddezza di Gargano e Zalayeta.
PROBLEMI FISICI
Il gol finale in quel pokerissimo friulano fu merito di Roberto Sosa. Il Pampa è stato solo il primo di una lunga serie di attaccanti che negli ultimi dieci anni a Napoli ha fatto la differenza: insieme a lui Zalayeta, poi arriverà Quagliarella, ancora Cavani e Higuain.
Quello che mancherà ad Udine, invece, sabato sarà proprio una prima punta: niente Milik (ma il polacco è tornato a correre a Castel Volturno appena un mese dopo l’intervento), anche Gabbiadini ai box per problemi fisici. Sarri si affiderà ai terribili tre, Mertens-Callejon-Insigne, tutti ritrovati nel morale dopo le fatiche nazionali.
Il belga, autore di una tripletta con i Diavoli Rossi contro l’Estonia, partirà ancora dal centro, sperando di sorprendere un’Udinese che, dopo un avvio difficile, ha ritrovato sé stessa.
L’ultima volta fu quella del successo di Gigi De Canio e dell’espulsione di Higuain; oggi in panchina ci va un altro Gigi (Delneri) e il Pipita non c’è più.
Non sarà facile, ma il Napoli deve provare a fare bottino pieno, con un occhio alla classifica e l’altro alla Champions: mercoledi a Fuorigrotta arriva la Dinamo Kiev. Il percorso fino a Natale è pieno d’insidie.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)