Il Napoli non riesce a prendere un po’ di fiato neanche a campionato fermo. L’edizione odierna de ‘La Gazzetta dello Sport’ infatti propone una dura analisi del periodo azzurro, puntando il dito direttamente contro Maurizio Sarri. Senza una punta, il tecnico azzurro è riuscito a non perdere il proprio gioco, sintomo di un gran lavoro con la squadra e, allo stato attuale, se a qualcuno andrebbero tirate le orecchie, sarebbe Aurelio De Laurentiis, reo di non aver venduto Gabbiadini (per il suo bene e quello del club) al miglior offerente estero.
Il giocatore necessita di ritrovarsi in un modulo che possa esaltarne le grandi doti, invece di ritrovarsi schiavo di una precarietà dovuta all’assenza del vero titolare. Il sesto posto attuale viene definito mediocre, dimenticando però che fino a poche giornate fa gli azzurri, anche senza una punta, stanziavano alle spalle della Juventus. Mancano quattro punti rispetto allo scorso anno, sottolinea la rosea che, volendo essere scrupolosi, sarebbero quelli tolti contro Pescara e Genoa. Nonostante tutto dunque, il Napoli poteva ritrovarsi in piena parità col proprio passato recente, ma tutto ciò viene ignorato.
Ancora si sottolineano i dieci punti nelle ultime sette gare, senza tentare neanche di entrare nel merito di ogni singola gara, mostrando come per la maggior parte dei casi le sconfitte e i pareggi siano frutto di errori del singolo. A Torino si sarebbe potuto ottenere un ottimo pareggio, se non una vittoria, mentre in Champions League il discorso si sarebbe potuto chiudere in casa propria contro il Besiktas.
Inutile rimuginare certo, ma va dato atto al tecnico di non aver mai abbandonato il proprio gioco, che rende ancora il Napoli la detentrice del miglior calcio in Italia. Tutto ciò che manca è un finalizzatore, e non è poco ma, se il Napoli riuscisse a tenersi a pochi punti da Roma e Milan, a gennaio potremmo assistere a una risalita d’orgoglio d’applausi.