Si dice continuamente che il calcio non è una scienza esatta. Prendi la Juventus ad esempio, con lista di giocatori che ha in rosa dovrebbe brillare in campo, e invece affanna terribilmente. Certo, poi segna con una punizione gioiello di Pjanic, che consegna i tre punti ad Allegri (tutto ciò che conta), che ignora il fatto che senza un gioco in Europa non si riesce a far nulla (eccezion fatta per il Chelsea di Di Matteo, vittorioso per un’incredibile congiuntura astrale). Magari prendi Higuain, conscio del fatto che non ripeterà i suoi 36 gol ma, nella peggiore delle ipotesi, ne farà 20/22. La sua media invece cala e, quando decide di scatenarsi, lo fa in una singola gara. Ottimo per il fantacalcio ma non per il campionato.
Detto questo, il caso Napoli è di certo particolare, dal momento che davvero De Laurentiis potrebbe ritrovarsi davvero tra le mani un caso unico, dalla risoluzione quantomai scontata. Il Napoli è passato dal secondo posto al sesto posto in un mese circa. Milik s’infortuna e squadra e ambiente vanno nel ‘panico’. C’è fiducia nella prima fase ma poi i risultati iniziano a dire altro.
La pratica Champions League doveva essere archiviata contro il Besiktas (al San Paolo) ma gli azzurri erano già in pieno stato autolesionistico. Torniamo però al discorso della scienza esatta, prima di perdermi in considerazioni da tifoso. Il Napoli potrà ritrovarsi in qualsiasi posizione in classifica ma, al di là di ogni possibile critica, non ha mai smesso di giocare a calcio, il suo calcio. Sarri è così ben entrato nella mente di tutti i propri calciatori da non far alcuna differenza se lì davanti c’è una prima punta o meno.
Azioni create che non trovano il giusto sbocco, per un Napoli frustrato dalla mole di gioco creata, che non porta i punti meritati. A gennaio non servono grandi strategie, soltanto due mosse mirate. Si liberi Manolo Gabbiadini dalla sua pena. Sia chiaro, la sua, non la nostra. Il Napoli si è ritrovato tra le mani un talento puro, per poi privarlo del modulo giusto (quello promesso al suo arrivo), del ruolo di titolare e della fiducia necessaria. E’ tempo che il limbo azzurro si concluda per lui, in un Napoli che non ha idea di come sfruttarlo, col risultato di un matrimonio infelice, nel quale ognuno punta il dito verso l’altro, da anni.
Il Napoli non ha bisogno di qualcuno che stravolta il proprio gioco, che s’inventi qualche ‘diavoleria’ per riuscire a riportarlo in atto. Spalle grosse, altezza giusta e cattiveria. S’infili la mano nel sacco e se ne prenda uno. Con le manovre del Napoli, anche lo Zaza offuscato degli Europei avrebbe a disposizione 6-7 nitide occasioni per buttarla dentro. Un compito fin troppo facile.
Giugno è il mese delle riflessioni. A gennaio ci si limiti all’istinto, ben più rapido, perché questo Napoli non può più sprecare tempo.
di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)
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