Arkadiusz Milik ha rilasciato un’intervista al sito web polacco ‘sportowefakty’, parlando in particolare dell’infortunio subito ad ottobre in Nazionale che lo costringerà a tornare sui campi di gioco soltano nel 2017.
“Ogni giorno sto meglio, ma appena saputo della diagnosi ho pianto. Ero molto giù di morale nei primi giorni, ma sono giovane ed alla mia età bisogna rialzarsi. I miei tifosi poi mi hanno inondato di messaggi e ho voluto cominciare subito la riabilitazione. Il contrasto che ho avuto è stato anche innocuo, nel 99% dei casi non comporta conseguenze. E invece è capitato il peggio, è la prima volta che mi faccio male in questa maniera”.
“Ora mi alleno almeno due volte al giorno, arrivo al centro sportivo alle 9:00 e torno a casa alle 16:00 dove faccio esercitazioni ulteriori. Molta cyclette a ritmo lento, in particolare. Sono ancora agli inizi. E la noia è tanta, cerco di fare cose nuove mai fatte prima. Ad esempio sto cominciando a fare investimenti. Avverto la voglia dei tifosi del Napoli e della Polonia di rivedermi presto in campo”.
“Lo speaker del San Paolo fa il mio nome prima di ogni partita casalinga, è una grane persona e significa molto per me. Mi chiama con un nome leggermente diverso dal mio, gli ho consigliato di chiamarmi semplicemente ‘Arek’ ma l’importante è che si riferisca a me con passione. Nel Napoli il gruppo viene prima di tutto ed io non sono una star, devo ancora crescere molto sia come giocatore che come persona. Lavoro soprattutto per questo. In città mi muovo poco, è molto difficile camminare per strada. In genere faccio shopping di mattino presto, in luoghi poco affollati. Ricevere tutto questo affetto è bellissimo, anche se a me piace la calma”.
“L’episodio più curioso che mi è capitato è stato l’essere inseguito da uno scooter per 5 km. Ad un semaforo mi hanno fatto abbassare il finestrino. Tutto questo solo per avere un autografo, edio avevo paura che volessero altro. I compagni di squadra mi hanno consigliato di non girare con oggetti molto costosi come orologi pregiati, non sarebbe sicuro. Vivo tra Napoli e Castel Volturno, è una comodità essere vicino al nostro centro di allenamento”.
“A San Gregorio Armeno hanno realizzato delle statuette che mi riproducono e me le hanno anche regalate. Mi conoscono tutti, dovunque vada non mi fanno pagare. Nei ristoranti avrò pagato il conto due volte su dieci…la riabilitazione sta andando bene ed il ginocchio non sta dando problemi. Non ci sono accumuli di sangue o gonfiore, ma non mi sbilancio su un ritorno in campo. Non bisogna avere fretta, quello che sto perdendo ora lo recupererò in seguito, ho ancora tutta la carriera davanti a me. Tornerò quando me lo diranno i medici, spero in primavera”.