#AMENTEFREDDA – Problemi in campo e fuori: i dolori di Sarri e la benedetta sosta

Maurizio Sarri ©Getty Images
Maurizio Sarri ©Getty Images

 

A sentire le parole del dopo partita sembra già tanto che il progetto di questo Napoli continui a veleggiare su binari paralleli, quelli del buon gioco e dei risultati. Non positivissimi, però, perché gli ennesimi punti regalati quest’anno, stavolta ad una discreta (ma nulla di più) Lazio, non fanno altro che allargare il senso di una crisi che non è nei numeri, ma negli esiti. Il Napoli non vince più e Sarri non sa più dove correre ai ripari; perché se la squadra in campo ci sta bene, meno bene è quello che riesce a cavare dalle singole prestazioni. Gli azzurri non vincono da tre partite (l’ultima vittoria con l’Empoli in casa) e nelle ultime tre uscite, la sconfitta di Torino e i pari con Besiktas e Lazio, i risultati hanno condannato il gruppo a complicare le cose ovunque, in campionato come in Champions.
La frattura tra tecnico e società è ormai chiara e le parole del presidente Aurelio De Laurentiis in settimana non hanno fatto altro che complicare le cose.

IL NAPOLI NON SEGNA PIÙ

Chi vincerà nell’eterna sfida tra il padrone e il tecnico non è dato sapersi, ora; di certo non vince il Napoli che, non solo non scavalca la Lazio di Inzaghi in classifica, ma può anche vedere allungare tutte le dirette avversarie e allontanarsi il treno Champions.
Dalla gara coi biancocelesti del San Paolo si salva solo Hamsik: la serpentina con cui lo slovacco regala il vantaggio ai suoi è da inserire negli annali, come effettivamente accadrà, essendo suo il gol numero 103 in azzurro. Come Vojak, al terzo posto della classifica all time dei marcatori azzurri.
Chi non ci esce bene, invece, è sicuramente Pepe Reina: il Napoli ha appena trovato il vantaggio, ma un tiro di Keita lo sorprende e l’euforia si spegne; non è la prima volta che si assiste ad un errore del genere da parte dello spagnolo (sul proprio palo e con un tiro che non pareva insidioso ndr), ma se in passato il Napoli poteva contare su una produzione offensiva eccellente, stavolta beccare un gol significa compromettere in modo quasi irrimediabile la gara.

TRA PUBBLICO E PRIVATO

Ed è proprio quello il punto debole di questo Napoli: il gol.
Gli azzurri costruiscono bene, tanto, in modo regolare, ma poi nessuno finalizza l’azione. Mertens si spegne nella selva difensiva (a cinque) di Inzaghi Jr, Callejon non può trovare sempre il jolly decisivo, così come Insigne che. Nonostante una gara sufficiente, non ha ancora la possibilità di sbloccarsi, sbagliando tutto nei metri finali.
Sarri aveva ‘bocciato’ Gabbiadini, che in mezz’ora in campo potrebbe pure sbloccarsi, ma quando non è il tuo momento si vede chiaramente.
I gol di Higuain sono andati via e quelli di Milik non ci saranno per un po’; il polacco, però, così come lo stesso ADL, era presente ieri al San Paolo per stare vicino alla squadra.
Il suo rientro sembra pane necessario ad una tavola che per colazione, pranzo o cena offre sempre lo stesso menù; perché come a Torino o in Turchia, il Napoli non demerita, ma non conquista.
Come possa influire la sosta su una squadra sulle gambe anche fisicamente nel finale lo dirà solo il tempo; ma il tecnico non sembra disposto ad accettare modifiche tattiche così come era risultato dalle parole del presidente.
Può dire ciò che vuole liberamente, ma stavolta non sono d’accordo. E avrei preferito che certe cose me l’avesse dette in privato“.
Frattura. E forse i problemi di questo Napoli non sono solo quelli del campo.

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

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