Fino al 70′, Higuaìn è un fantasma, o quasi. Servito poco, e male, gestito bene da Chiriches e Koulibaly. Ma Allegri non lo toglie, non può; mancano alternative, sì, ma sa anche che, in un modo o nell’altro, prima o poi, è in grado di decidere il match. Proprio come Insigne. Che, diciamocelo, non sta attraversando un indimenticabile momento di forma. Ma anche lui, in una partita ingarbugliata come questa, sa pescare il coniglio dal cilindro in qualsiasi momento. Lo aveva già fatto, con l’arcobaleno per mandare in porta Callejon (una linea di passaggio che ormai vede anche ad occhi chiusi). Un assist, il quinto in campionato, che gli dà verve e nuove energie. Sarri lo toglie, però. E poi succede quello che è successo.
Non convince la decisione di Sarri. Che, per giustificarsi, ha detto di averlo visto in difficoltà negli scatti. Ma è probabile che abbia scelto di inserire Giaccherini per equilibrare l’ordine tattico, alterato da un Cuadrado incontenibile su quel lato. Tentativo non riuscito, nel caso, perché il colombiano ha continuato a creare disagi alla retroguardia azzurra. Insigne non l’ha presa benissimo e ha reagito in malo modo: se nella scelta tattica ci schieriamo dalla sua parte, sul suo atteggiamento condividiamo in tutto e per tutto le parole del mister a fine partita. “Insigne deve stare zitto e basta. Si chiarisce domani, non oggi”. Si parlava di Higuaìn, il figlio che l’ha fatto arrabbiare. Il “piccolo” Lorenzo non è da meno.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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