Troppo facile pensare che la testa e le strategie fossero sintonizzate sulla frequenze della sfida di sabato sera; troppo difficile credere che il primo atto stagionale della guerra infinita contro la Juve fosse completamente ignorato. Lo si è capito leggendo la formazione anti-Empoli dalla quale è stato facile tirare fuori gli undici che allo Stadium proveranno a fare l’impresa. Equazione quindi fin troppo facile: Hamsik, Hysaj e Maksimovic a Torino saranno titolari. Nessuna suspense anche per la regia: i segnali di ripresa di Jorginho non lasciano dubbi nemmeno su quella che sarà scelta del playmaker.
Contro il peggior attacco d’Europa il Napoli ha provato di recuperare fiato, idee e autostima, ancora con non poche difficoltà. Ed ancora con quelle macchie di superficialità che rischiano di rovinare anche le cose buone. Tant’è che la mano di Reina sulla conclusione di Maccarone è stato il momento-chiave della serata, tenuto conto che l’atteggiamento voluto da Martusciello fino al vantaggio di Mertens di certo non concedeva le migliori condizioni di gioco alla manovra azzurra. Insomma, il solito antidoto al possesso palla e all’intensità delle corsie esterne con cui ormai si riesce a disinnescare il fondamentalismo tattico di Sarri.
Senza girarci troppo intorno, il problema della mancanza di una punta è tanto grave – conseguenza di un mercato incompleto – quanto inutile da rimuginare e rimpiangere. Il tridente di falsi nueve e simili non surrogherà mai l’assenza del bomber, nessuno si illuda. Ma Mertens rappresenta la risposta presente e futura all’emergenza: anche contro l’Empoli è risultato il migliore degli azzurri ed in questo momento puntare tutto sulla vena realizzativa del belga è quanto di più saggio e plausibile si possa fare. Fornire a Mertens le stesse condizioni tattiche che la scorsa stagione sono state riservate a Gonzalo Higuain: giocare per lui e sfruttarne al massimo il momento di forma e ispirazione. Si lasci libero il ragazzo di esprimersi d’istinto, anche a costo di sorvolare sulla disciplina tattica e su compiti che gli tolgano fiato e lucidità. La classe, si sa, non va mai sprecata. E a Torino ne servirà tanta.
Di Marcello Mastice (Twitter @marcellomastice)
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