Una gara per i contestatori. Crotone-Napoli ha dato ragione a quelli che, nelle ultime settimane, avevano messo la gestione-Sarri al centro della minicrisi che aveva colto il Napoli d’improvviso: Atalanta-Roma-Besiktas, il Triangolo delle Bermuda azzurre è stata un’esperienza da dimenticare, con punti lasciati per strada, errori ed orrori personali, un treno scudetto quasi andato ed una riproposizione di problemi in Champions. A rimettere le cose a posto ci ha pensato il Crotone, ma solo per quel che riguarda la tabella punti: con la sconfitta della Juve in vetta la graduatoria si accorcia, il Napoli resta quarto staccando il Torino, ma adesso i punti di ritardo dalla vetta sono 4, mentre quelli che distanziano gli azzurri dalla coppia Roma-Milan sono sempre due.
MAKSIMOVIC SALVA IL NAPOLI
In avvio si capisce già tutto; il livello del Crotone non è della Serie A, ma i calabresi ci mettono voglia e passione per provare a svoltarla. Pronti-via e Hamsik sciupa la prima occasione, poi è Callejon a prendere la mira, aspettando il gol che arriverà puntuale; di Mertens, in pratica, mezzo gol, con la difesa rossoblu che non riesce a rinviare per due volte e lo spagnolo non può esimersi dal portare in vantaggio i suoi. Il Napoli c’è, prova ad esserci, soprattutto con la forza delle alternative; Strinic soffre in difesa, ma prova a lanciarsi in attacco, Mertens conferma di essere insostituibile, Maksimovic non pare soffrire e finalmente in campo si vede anche Diawara, uno che negli schemi della squadra sembra esserci entrato che è una bellezza.
Peccato che a non essere entrato in partita è Gabbiadini: il 23 napoletano sciupa davanti alla porta un’ottima occasione prima di farsi mandar via. Il suo fallo di reazione è un avvenimento del tutto inaspettato (in effetti si tratta del primo rosso per lui in carriera) e Mazzoleni non può far altro che indicargli la via per le docce. Siamo alla mezz’ora, per un’ora il Napoli dovrà giocare in inferiorità numerica, ma pochi secondi dopo Maksimovic (o Salzano) la tocca quel tanto per fregare Cordaz e siglare il doppio vantaggio. La gara, in pratica, finisce qui, perché il Crotone saprà riaprirla solo nella difesa, quando i cambi avranno già preso il sopravvento e la testa sarà già all’Empoli.
Portare a casa la porta inviolata al Napoli proprio non riesce: l’ultima volta è stata contro il Genoa a Marassi, ma in quel caso neanche il Napoli ne aveva segnati. Da allora, troppi gol subiti per una difesa passiva e che rischiava di riaprire tutto anche a Crotone; Rosi ci prova a rivitalizzare i suoi, ma siamo a pochi spiccioli dal 90esimo e il cronometro non consente prolungamenti dopo i 3 minuti di recupero.
MA A TORINO NON BASTERÀ
Era la vittoria che serviva, ma non nel modo che ci si aspettava. Sarri non butta via, anzi si tiene stretti quei tre punti che per il momento vogliono dire ritorno alla vittoria e avvicinamento in classifica. Si doveva vincere, si è vinto, ma in che modo?
La manovra azzurra non è parsa eccellente contro una squadra modesta e su un terreno di gioco che forse ha penalizzato un po’ troppo le trame ricercate. Bene i volti nuovi: Maksimovic non è stato perfetto, ma quel gol vale ben oltre la sufficienza, soprattutto Diawara che ha sostituito più che degnamente l’apatico Jorginho delle ultime settimane. L’uomo che non può mancare, però, resta Dries Mertens: in inferiorità numerica è l’uomo che più si sacrifica, inventa e propizia il gol che apre le marcature e solo Claiton può negargli il gol nella ripresa. Si candida ad un posto da prima punta ora che Gabbiadini sarà fermato dal Giudice Sportivo, tanto per ribadire la sua necessità in mezzo al campo.
Gli ultimi volti meno noti sono quelli di Tonelli e Rog; il primo incontrerà al San Paolo mercoledi il suo recente passato in una partita in cui non si potrà tenere in conto il cuore. Tra sei giorni si vola allo Juventus Stadium, e lì non ci potrà essere il Napoli visto a Crotone.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)