Giordano: “Se Maradona giocasse oggi le gare finirebbero in goleada”

Diego Armando Maradona ©Getty Images
Maradona ©Getty Images

Bruno Giordano, ex calciatore del Napoli e ora dirigente del Gragnano, è stato intervistato da Gianlucadimarzio.com. L’ex attaccante azzurro ha parlato soprattutto del suo rapporto con Maradona e della vittoria del primo Scudetto con il club partenopeo.

Maradona nel calcio di oggi

Giordano inizia spiegando come il rapporto con El Pibe de Oro risulti importante. “Con Diego ci sentiamo spesso. L’amicizia che ho con lui mi onora e mi gratifica. Innanzitutto lo vedo come un amico, poi è chiaro che vengono in mente i gol e le giocate che faceva. Sono cose che non si possono dimenticare, è pur sempre il giocatore più forte della storia. Con lui ho trascorso due fantastiche serate a Roma, era molto contento di essere ritornato in Italia”.

Cosa potrebbe accadere nel caso in cui Maradona giocasse oggi? Giordano a riguardo ha le idee chiarissime: “Se Diego giocasse oggi, le partite o non finirebbero oppure finirebbero sempre in goleada. Quando Maradona partiva palla al piede provavano a fermarlo in tutti i modi, con le regole attuali farebbe espellere almeno un paio di avversari a partita. Per non fargli fallo dovevi lasciarlo andare in porta ed era inevitabile che le partite finissero 5 o 6-0 per la sua squadra”.

Uno Scudetto indimenticabile

Giordano parla poi del primo Scudetto vinto con il Napoli. E lo fa raccontando un aneddoto fino ad ora segreto. “Una delle serate più strane e più belle della mia vita. Era sabato, vigilia di Napoli-Fiorentina. In ritiro nessuno riusciva a dormire. C’era Bianchi che faceva il giro delle camere per assicurarsi che tutti eravamo a letto. Ma, appena andava via, ogni tanto usciva qualcuno. L’adrenalina era altissima, una sensazione del genere non l’ho mai più provata. Non vedevo l’ora che arrivasse giorno per giocare quella partita. Praticamente scendemmo in campo senza dormire e ci fu l’apoteosi dopo il fischio finale. La gioia nei nostri occhi e in quelli dei napoletani ce l’ho nel cuore e nella mente, a distanza di 30 anni”.

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