Un altro Napoli. Quella senza Raul Albiol sembra essersi trasformata di colpo in un’altra squadra: incerta, imprecisa, insicura. Di certo aperta alle offensive avversarie. Il centrale spagnolo ha dovuto lasciare il campo al minuto numero dieci della sfida contro il Benfica, tre settimane fa, e da quel momento la difesa azzurra non s’è più ripresa: in poco più di 300 minuti giocati, tra Bergamo, Roma, Besiktas e, appunto, proprio Benfica, la squadra di Sarri ha subito ben 9 reti, a dispetto delle sole tre segnate. Un dato importante che non ha saputo fermare neanche chi Albiol l’ha sostituito; in un primo momento Sarri ha dato spazio a Maksimovic, esordiente col sorriso in Champions e poi deludente tra Bergamo e la Roma. Poi, ieri sera, la scelta di Chiriches dal primo minuto: il romeno non ha fatto disastri, ma neanche convinto la critica. E quel gol di Adriano un po’ se lo porterà sulla coscienza.
IL CROLLO NEI NUMERI
Numeri impressionanti, soprattutto pensando alla differenza di rendimento con e senza Raul Albiol; prima del suo infortunio, in 640 minuti sul campo, il Napoli di Sarri aveva subito solo 6 reti tra campionato e Champions League, nella sfida esterna con la Dinamo Kiev. Un dato che parla da solo, che denuncia gli effetti dell’assenza dello spagnolo; nessun infortunio grave, però, perché Albiol si avvia già verso il recupero, ma tornano in mente le voci della scorsa estate in cui il centrale spagnolo avrebbe potuto salutare provocando gli effetti che oggi tocchiamo con mano.
Ha ragione Reina quando dice che “la fase difensiva non spetta solo ai difensori, ma all’intera squadra”, eppure sa bene il portierone spagnolo che un elemento di esperienza in mezzo al pacchetto difensivo è una condizione fondamentale per ogni squadra. Più del problema Milik, dunque, il vero tallone d’Achille del Napoli si chiama Albiol.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)