Un occhio all’orologio, perché oggi non c’è da perder tempo. Maurizio Sarri freme, stare seduti è sempre un’impresa, ma oggi un po’ di più. Nella sala stampa di Castel Volturno il tempo passa in fretta. Prima le domande a Reina, poi a lui, e sono sempre le stesse, tornano a Bergamo, alla Roma, a quello che doveva essere e che non è stato. Qualcuno pensa di nominare ancora una volta Higuain, ma frena, viene fuori invece quello di Milik, che stasera non ci sarà.
Sarri vuole tornare al campo; lì c’è il Napoli ad aspettare, lì può decidere cosa fare e cosa non fare quando stasera sarà in campo al San Paolo contro il Besiktas in un terzo turno dei gironi di Champions che si preannuncia infuocato. Gunes, il suo dirimpettaio turco, non le ha mandate a dire: “Il Napoli è forte, ma noi siamo qui per vincere, giocheremo ad armi pari”. E con un napoletano in campo, perché Inler stasera proprio non vuole mancare.
“Vivere qui quattro anni è stato importante e bellissimo. Napoli è straordinaria, incredibile; se sei napoletano per una volta lo sei per sempre”. Inler ripercorre le sue tappe azzurre, visibilmente emozionato quando, nella pancia del San Paolo, risponde alle domande dei giornalisti. “Loro sono i favori del girone, sono forti, ma noi faremo la nostra partita, vogliamo dimostrare di che pasta siamo fatti”, le parole del turco-svizzero. Di fotogrammi, quando stasera tornerà a calcare l’erba del San Paolo, gliene torneranno in mente tanti; “Ma il ricordo più bello resta quello della Champions, è incredibile vedere tutta quella gente che fa il tifo per te”.
E ancora Champions sarà, ma stavolta il ‘suo’ Napoli non vuole rischiare come fu con Benitez tre anni fa. 12 punti non furono allora sufficienti per il passaggio del turno, addirittura 9 potrebbero bastare ora se gli azzurri dovessero vincere e Benfica-Dinamo Kiev non andare oltre un pari. Sarebbe un record per tutta la competizione, ma Sarri non ama perdersi in numeri e statistiche, lui sa bene che domani i ragazzi di Gunes, imbattuti dallo scorso maggio tra campionato e Coppe, venderanno cara la pelle, alla ricerca della prima vittoria stagionale in Champions.
Davanti, per gli azzurri, ci sarà sempre lui; spazio e fiducia a Manolo Gabbiadini, uomo ovunque di questa tre giorni napoletana che ha diviso la Roma dal Besiktas. Che non sia una prima punta lo sanno tutti, ma per Sarri resta al centro e principe dell’attacco azzurro. Non cambierà neanche Callejon accanto a lui, mentre a sinistra potrebbe esserci Mertens che prende il posto di Insigne.
Inutile sperare in cambiamenti tattici, allora? “Chi parla di moduli non capisce nulla di calcio”, la risposta secca e piccata dell’allenatore. Che sia 4-3-3 o modulo affine, allora, sarà importante che il suo Napoli cambi marcia rispetto a quanto visto nelle ultime due uscite a cavallo della sosta.
Ne è convinto pure Pepe Reina, che scuote il Napoli con poche ma dirette parole: “Gabbiadini è fortissimo, dobbiamo aiutarlo noi ora. Siamo consapevoli delle due sconfitte, ma sapremo rialzarci”. Non eravamo campioni due settimane fa, non siamo brocchi ora; questo il senso.
Ma la stoccata a Gabbiadini non manca al tecnico: “Gabbiadini non deve adattarsi a me, ma alla squadra. Nessun allenatore sacrifica 7/8 giocatori solo per un calciatore della rosa”.
Chiaro, certo, ma al ragazzo manca solo una cosa: il gol. E questa sera il San Paolo saprà di certo cosa chiedergli.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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