CICLO DI FERRO – Bene in Champions, ma in campionato manca qualcosa

Atalanta-Napoli © Getty Images
Atalanta-Napoli © Getty Images

 

Un mese intenso, intensissimo. E il Napoli ha saputo rispondere sempre presente, o quasi. Peccato per quella caduta finale, quell’inferno nato a Bergamo che ora terrà col fiato sospeso Napoli ed i napoletani per ben due settimane, complice la sosta per le nazionali in giro per il mondo. Quella improvvisa e fortunosa rete di Petagna ha spento un po’ d’ardore azzurro, quello di una squadra che nelle sue prime 9 gare stagionali ha saputo raccogliere 8 risultati positivi ed una sola sconfitta, proprio nell’ultima curva.

DUE NAPOLI TRA KIEV E GENOVA

Pescara sembrava essere stata una lezione già abbondantemente importante, ma evidentemente così non è stato. Eppure la squadra di Sarri dalla prima sosta per le nazionali era uscita benissimo: 3-0 al Barbera e Palermo regolato nei secondi 45 minuti di gioco con qualche problemino di troppo nella prima parte. Era stato il trampolino ideale per l’esordio Champions in trasferta, in quel di Kiev, un 2-1 marcato Milik che aveva fatto tirare il fiato a tutti. La prima in campo internazionale mette sempre un po’ di timore, ed allontanare i fantasmi dell’Olimpico di Kiev dopo essere anche andati in svantaggio è una iniezione positiva per tutti.
Bologna sembrava tappa obbligata ed è stato così, con un 3-1 arrivato però solo nell’ultima parte di gara, ancora grazie alla punta polacca, poi l’altro passo falso; a Genova le bizze arbitrali (evidenti, ma insufficienti alla vittoria) hanno spostato l’attenzione da un Napoli che non era parso bello ed autoritario come suo solito e lo 0-0 finale non ha destato la giusta preoccupazione.
La lezione di Juric, però, non dev’essere stata tanto diversa da quella di Gasperini con la sua Atalanta: stessa gara, stessa tattica, quasi stesso risultato, perché il gol nerazzurro è solo un caso fortuito per una gara che sarebbe andata verso un sicuro pareggio a reti bianche.

CADUTA A BERGAMO DOPO IL BENFICA

In mezzo due vittorie importanti: il Chievo al San Paolo ha lasciato senza problemi il passo al primo gol stagionale di Gabbiadini e al gol numero 100 della vita napoletana di Marek Hamsik.
Il catino di Fuorigrotta, però, è mezzo vuoto nella sera di sabato che anticipa la Champions. Il vero spettacolo arriva al mercoledi, così come al mercoledi arriva il Benfica di Rui Vitoria, testa di serie del girone e numero quattro dell’intera gerarchia europea secondo i criteri di assegnazione UEFA.
Partita senza storia, con i portoghesi pericolosi solo in apertura ed un 4-2 finale che dà il senso delle proporzioni della vittoria: una serata pazzesca per tutta la città, i gol di Hamsik, Mertens e Milik a far cadere giù le stelle per una di quelle partite che resteranno nella storia azzurra.
Così importante da inebriare troppo, però: il Napoli avrebbe dovuto fare la voce grossa anche all’Atleti Azzurri d’Italia, ma era forse ancora inebriato dai fumi della Champions per non sottovalutare la gara. Approccio molle, troppo rinunciatario, qualche giocatore stanco di troppo e la frittata è fatta; il primo ciclo orribile del Napoli manca di qualcosa, con troppi punti persi per strada lontano dal San Paolo e con formazioni che, sulla carta, avrebbero dovuto far dormire a Sarri sogni tranquilli. Ma così non è stato, e la Juve già scappa quattro punti più su.

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

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