Figli della stessa terra e della stessa sorte. Ivan Strinic e Marko Rog, oggetti dello stesso destino in azzurro. Il primo, arrivato ormai oltre due anni fa a Napoli, non sembra più da tempo nei progetti di un club che lo aveva preso per fare il protagonista sulla corsia mancina ed ora è solo la riserva di un Ghoulam titolare ed insostituibile; il secondo, pezzo pregiato dell’ultimo mercato, è arrivato in azzurro dopo le attenzioni di tutti i grandi club del continente e le belle prestazioni dell’ultimo Europeo con la sua Croazia, ma per lui la sorte sotto il Vesuvio è stata, ad oggi, addirittura peggio, con zero minuti giocati e solo pacche sulle spalle da tutti, allenatore, compagni, critica.
IL TURNO DI MARKO
Lo aspettano tutti, Marko, un’attesa che si è vista solo con i calciatori che valgono tanto. Le qualità ci sono, innegabili e poco nascoste dietro quella faccia da ragazzino classe 1994 che sembra averne viste già tante. Ed in effetti è così; la sua esplosione è stata veloce, un’ascesa incredibile, da una piccola squadra di paese fino alla capitale della sua Croazia, Zagabria, con il bagno d’esordio anche in Champions League. Grazie a lui la Dinamo ha vinto l’ultimo preliminare, prima di lasciarlo andare verso Napoli, grazie a lui (e a Pjaca, oggi alla Juventus) la Dinamo è tornata a vivere la possibilità di un girone tra le stelle.
Di Marko Rog tutti hanno scritto tutto; in poco tempo è passato dall’essere erede di Modric e Rakitic a giocatore con caratteristiche tutte sue e per nulla simili a quelli che oggi sono i suoi compagni di nazionale. Centrocampista di qualità e quantità, Rog è un elemento che servirebbe a tutte le squadre del vecchio continente, un ragazzo che aveva già messo in conto la panchina e sa bene che la sua crescita passa anche da quella.
“È arrivato a settembre inoltrato con noi, è un ragazzo che arriva da una realtà completamente diversa, lasciamogli tempo; spero che possa essere pronto dopo la sosta”, aveva detto Sarri di lui qualche giorno fa. La sosta è arrivata, la convocazione in nazionale (prima Under21, poi maggiore) anche; tutta Napoli ora, dopo averlo visto in Kosovo con la Croazia, si aspetta di vederlo in campo anche al San Paolo.
QUALE FUTURO PER STRINIC?
Tra i panchinari meno utilizzati in questo avvio di stagione figura, invece, Ivan Strinic; il feeling con Sarri non è mai scoccato, il tecnico napoletano gli ha sempre rimproverato di non aver mai seguito per intero le sue indicazioni.
Qualche presenza in Europa League lo scorso anno, pochi minuti in questa annata, ma per lui il futuro si deciderà a breve; il titolare del posto Ghoulam, infatti, il prossimo gennaio partirà per la Coppa d’Africa e starà via un mese, il Napoli avrà bisogno di un uomo al posto suo e quell’uomo, per il momento, risponde al nome di Strinic.
Del croato sul mercato, però, si parla sempre, già dall’ultima estate; Giuntoli non ha mai smesso di lavorare neanche a mercato ormai chiuso ed una delle pedine ricercate è proprio l’esterno che possa essere utile a Sarri da gennaio in poi, quel profilo già cercato qualche mese fa (Vrsaljko, Donati e Santon furono i nomi più caldi) ma poi mai arrivato per una serie di fattori convergenti.
Mai una parola fuori posto, Strinic sa che la sua strada a Napoli è sempre in salita e si rifà con la maglia della nazionale: la Croazia non fa a meno di lui e lui, anche agli ultimi Europei, ha sempre risposto presente con prestazioni che a Sarri fanno venire più di un dubbio.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)