Il gol contro il Chievo è stato, per ora, il suo momento più alto, ma questo avvio di stagione per Manolo Gabbiadini non dev’essere stato entusiasmante. I gradi da titolare di questo Napoli, imediatamente dopo l’addio di Gonzalo Higuain, sono stati persi praticamente subito; l’esplosione di Milik non lo ha avvantaggiato e il gioco di Sarri continua a metterlo a dura prova settimana dopo settimana. La staffetta con il neo-attaccante azzurro lo vede spesso partire da dietro, ma in questa stagione dell’ex Atalanta e Sampdoria qualcosa di buono c’è ed è ciò che la scorsa annata ha rappresentato per Gabbiadini il maggior cruccio: la nazionale.
Ancora una volta, infatti, il classe 1991 del Napoli figura tra i convocati del neo CT italiano e prenderà parte alla doppia sfida della nazionale azzurra dei prossimi giorni. Niente di nuovo, visto che Ventura aveva puntato su di lui sin da subito, fidandosi solo delle sue qualità senza ancora averle viste all’opera; giusto, quindi, dare ora continuità e fiducia al ragazzo, seppur non in un grandissimo momento di forma.
In maglia Napoli ha infatti giocato meno di tutti gli altri attaccanti: 235 minuti totali collezionati tra Campionato e Champions, frutto di due panchine totali, tre partenze nell’undici titolare ed un morale sotto i piedi fino almeno alla gara col Chievo. Anche a Bergamo è entrato solo nel finale, ma la doppia-coppia con Milik non sembra aver funzionato.
Non si era mai esposto più di tanto Manolo, ragazzo timido, taciturno, silenzioso, uno di quelli che fai fatica a vedere anche durante gli allenamenti; dopo la gara interna col Bologna si era però pronunciato pubblicamente dopo la non positiva prestazione e col Chievo ha saputo riprendersi davanti ai suoi tifosi.
23 minuti dopo il fischio d’inizio, il suo mancino chirurgico ha battuto Sorrentino e scatenato la rabbia del ragazzo azzurro come mai visto in precedenza; il San Paolo non l’ha mai abbandonato e lui sapeva di dover ringraziare quella folla azzurra sempre pronta ad applaudirlo.
Si è fatto apprezzare per etica del lavoro e attaccamento, ed anche perché un po’ tutti nella vita vorrebbero averlo come vicino di casa.
Il carattere, però, a Manolo non manca, ed oggi sfreccia festante verso un altro azzurro, quello della nazionale.
Conte lo ha solo illuso, Sarri non lo ha aiutato e i campionati europei dell’ultima estate sono una occasione a cui penserà per sempre come ad un grande treno perso. L’esplosione incredibile di Gonzalo Higuain non gli ha consentito il giusto minutaggio e le scelte dell’ex CT hanno fatto il resto; oggi, Manolo, ha 25 anni e sa di dover afferrare al volo il prossimo viaggio, con fermata Russia 2018. Per farlo avrà bisogno del Napoli, di fare bene e di convincere tutti e ha davanti un biennio pieno zeppo di possibilità.
Dopo le mille voci dell’ultima estate non è ancora dato sapere se il suo futuro sarà ancora a Napoli o lontano dal Vesuvio; le parti faranno le loro valutazioni, ma per il momento la società e l’allenatore si godono l’unico prodotto che riesce ad approdare tra i convocati di Ventura, viste le esclusioni di Jorginho ed Insigne.
A Manolo serve fiducia, quella che Sarri gli trasmette in allenamento e che Ventura gli dimostra nel suo primo periodo da selezionatore; e chissà che il CT il favore non lo faccia pure al Napoli e ai napoletani.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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