Due episodi possono fare la differenza, perché nel bel mezzo di una gara come quella di Genova, rude e maschia, anche un rigore può fare la differenza per l’esito finale.
Minuto 8 del match: Ghoulam va dall’angolo, la scodella in mezzo, una deviazione spara in alto il pallone che poi finisce nella zona di Ocampos. Il ragazzo rossoblu vuole controllare il campanile, prova a stopparla di petto, ma nel farlo la palla schizza e lui la prende con l’avambraccio sotto gli occhi di un Damato piazzato perfettamente. Passa un’ora e il copione è simile: campanile dall’altro lato del campo, Milik e Orban si contendono il possesso; la palla rimbalza appena fuori l’area è schizza dentro, il polacco si lancia sul pallone mentre il difensore lo trattiene facendolo cadere in piena area. Damato, anche stavolta, è in buona posizione, così come il suo assistente di porta che vede tutto a pochi metri. Ma anche stavolta niente rigore per il Napoli.
Nel mezzo, una squadra azzurra che lotta e prova a fare suo il match, ma senza riuscirvi; anzi, alla fine bisognerà anche ringraziare Reina per aver evitato una beffa pronta dietro l’angolo.
AZZURRI A CORRENTE ALTERNATA
Non è stato di certo il miglior Napoli, ma con qualche recriminazione in meno il risultato sarebbe stato probabilmente diverso. Non bravo Damato, ottimo invece Juric; il tecnico rossoblu chiude ogni via d’accesso per gli azzurri in mezzo al campo, sta col fiato sul collo di Jorginho e il Napoli va in tilt. Saltano le trame di gioco, Koulibaly e Mertens devono, in alternanza, inventarsi registi avanzati. Ed anche quando si arriva bene dalle parti di Perin, come nel caso di Hamsik al 19°, è la trasversa a negare la gioia del gol. Il Napoli in campo ci sta bene, soffre più del dovuto sugli esterni perché il Genoa avrebbe anche potuto trovare il gol, ma prova sempre a fare la gara; Koulibaly ed Albiol fanno gli straordinari, Allan prova a pungere in attacco, Callejon e Milik sono imprecisi; il polacco ci prova anche di testa prima del riposo, ma Perin si allunga e respinge in presa bassa. Quando arrivano al tiro, i ragazzi di Sarri sono estremamente imprecisi, incapaci di fare realmente male, una caratteristica che, al netto degli episodi già raccontati, si ripeterà anche nella seconda frazione.
I cambi di Sarri non cambiano volto alla squadra, il mister azzurro non vuole osare e stravolgere l’assetto, probabilmente timoroso della beffa finale; una beffa che pure stava per arrivare, ma che grazie a Reina viene evitata per ben due volte negli ultimi minuti.
REINA EROE DOPO LE CRITICHE
Dopo le critiche piovute pochi giorni fa, il portiere del Napoli è tornato ad essere un baluardo difensivo insuperabile; prima negando la gioia del gol a Pavoletti, poi a Simeone. Tre parate che valgono un gol, un punto guadagnato su un campo non facile contro una squadra attrezzatissima. E se lo scorso anno fu Bologna a rovinare i piani degli azzurri primi, stavolta ci ha pensato il Genoa, ma con un po’ di speranza in più.
La gara di Marassi lascia negli occhi la possibilità di un Napoli cresciuto, capace di prendersi le sue responsabilità ma incastrato da episodi dubbi che non hanno permesso bottino pieno tra Pescara e Genova; Sarri lo sa ed arriva ad invocare un aiuto dalla ‘società’, che subito risponde con un comunicato che sa di avvertimento.
Ben oltre gli orrori di Damato, però, c’è un Napoli che dovrà reinventarsi subito dopo la trasferta ligure; Sarri potrà imparare molto dai novanta minuti di ieri sera, per mettere a frutto tutto sabato contro il Chievo.
I gialloblù non verranno a Napoli da favoriti, ma sono in ogni caso la terza squadra d’Italia, a pari punti con Roma ed Inter e appena dietro gli azzurri. Al San Paolo, dunque, scordatevi una bella passeggiata di salute.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)