Una notte per esaltarsi ed esaltare. Il Napoli imbecca, contro il Bologna, la terza vittoria di fila in campionato su quattro uscite, dopo aver battuto in fila anche Milan e Palermo. Se ci aggiungiamo la gara di Champions a Kiev, per la banda Sarri sono quattro i successi di fila sul totale di cinque gare disputate in questo arrembante avvio di stagione.
Numeri che fanno ben sperare, che fanno soprattutto sorridere i tifosi azzurri e lo stesso tecnico napoletano, perché il divario rispetto allo scorso anno, il primo di Sarri a Napoli, è vistoso: 5 punti in più della passata stagione che fanno una netta differenza, ma soprattutto la capacità di andare in rete per 12 volte nelle prime quattro gare di A e subirne ‘solo’ 5. Era dagli anni ’50, precisamente dalla stagione 1957/58, che la squadra azzurra non faceva registrare una tale prolificità in termini realizzativi.
Ci era andato vicino il Napoli solo nel 2013/14; nel primo anno di Benitez in azzurro, la squadra riuscì a conquistare 12 punti con tutte vittorie, segnò un gol in meno (11), ma ebbe il merito di subire soli 3 gol nelle prime quattro uscite. Non era andata così nel secondo anno di Rafa, quando il Napoli era riuscito a guadagnare soli 4 punti con 5 gol fatti e 6 subiti.
Sarri è riuscito ad incrementare le qualità della sua rosa, a migliorarne il rendimento senza però snaturare quello che è il gioco; nella passata stagione il Napoli era stato capace di segnare comunque 10 gol nelle prime quattro uscite, subendone però 6. Numeri in rialzo che certificano la bontà del lavoro del tecnico e la capacità di questa squadra di crescere, a dispetto delle cessioni e grazie ad un mercato che, come certificato con Milik e Zielinski, per ora ha fatto solo bene.