Sono passati giorni, settimane, ormai più di un mese da quando Arkadiusz Milik è arrivato al Napoli e, da allora, nessuno ha mai smesso di parlare del giovane polacco. I numeri, le reti, le doppiette, il confronto incessante con Higuain. Eppure lì sul campo, ma un po’ più a destra, c’è José Maria Callejon che di gol ne fa anche di più e, dall’inizio di campionato, ha giocato cinque match su cinque, fra Champions e serie A. Meno chiacchierato di Milik, meno appariscente di Insigne, meno introverso di Gabbiadini, ma fondamentale nella dinamica offensiva – e non solo – degli azzurri.
Ieri, contro il Bologna, Callejon ha segnato il suo gol numero 50 alla quarta stagione col Napoli. Lo spagnolo, attualmente, è capocannoniere del torneo nazionale con all’attivo 5 gol, più un assist, in 4 partite. Il suo primo gol con la maglia azzurra fu proprio contro il Bologna, il 25 agosto di tre anni fa, e da quando Benitez lo portò in Italia lo spagnolo non si è più fermato. Al suo arrivo nel capoluogo partenopeo, il numero 7 fu accolto con un po’ di sospetto, etichettato con troppa semplicità come “quello che non gioca mai nel Real Madrid”. Ma da quel 25 agosto Callejon ha dimostrato, partita dopo partita, di meritare la fiducia dei tifosi e il posto da titolare.
A febbraio Callejon compirà trent’anni e Sarri non può certamente lamentarsi dello stato di forma dello spagnolo: le sue performance mostrano una condizione fisica al top e averlo impiegato in tutte le partite dà prova del fatto che il mister non riesca a fare a meno di lui. Se il turn over appare per Insigne, Mertens, Gabbiadini e Milik un passaggio obbligato, Callejon (che pure le alternative oggi le avrebbe) ne è completamente immune. Sarri adotta uno schema che potrebbe essere considerato quasi Callejon-dipendente; il tecnico, infatti, vuole e deve preservarlo quanto più possibile: “Sta facendo benissimo e fino ad ora è stato fondamentale per noi, ma non mi sorprende, neanche quando segna così tanto. La nazionale so che per lui è un obiettivo, ma io spero resti solo quello. Me lo tengo volentieri a Castel Volturno”.
Quel 7 sulla casacca, che prima è stato di Lavezzi e poi di Cavani, è certamente un numero da leader, ma José è leader silenzioso che fa della serietà, della riservatezza e dello spirito di sacrificio le sue peculiarità. Tredicesimo nella classifica dei bomber del Napoli, adesso insegue le 52 reti di Jeppson (con 32 reti in campionato ha già superato Lavezzi), senza mai fare del gol la sua unica religione: “Capocannoniere? Cerco di lavorare sempre. Se arrivano i gol è fantastico, ma penso sempre prima alla squadra”.
In poche battute, l’essenza di Callejon.
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