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#AMENTEFREDDA – Di fioretto e di spada. Milik si prende Napoli e la vetta

Arkadiusz Milik © Getty Images

 

Se il Napoli fosse un film, probabilmente la trama sarebbe stata scritta a più mani. Da una parte la commedia romantica che ti fa innamorare di quello che vedi, dall’altro un thriller che lascia a bocca aperta ogni volta che lasci lo stadio. Così anche con il Bologna, una gara a metà, improvvisamente complicatasi ed altrettanto d’improvviso risolta da due giocate d’autore che il San Paolo accoglie con una pioggia d’applausi. Sembrava potesse essere tutto in discesa con il gol di Callejon, ma alla fine Sarri ha dovuto cacciare dal cilindro un coniglio che salvasse risultato, squadra e punti; il coniglio da un po’ di settimane ha sempre lo stesso nome, quello di Arkadiusz Milik, capace di rivoltare come un calzino il Bologna in meno di venti minuti. Gol, ancora doppietta, medie realizzative incredibili e la possibilità di spazzare via gli ultimi dubbi su di lui; anche di sinistro il ragazzone polacco non è niente male.

IL CONIGLIO POLACCO NEL CILINDRO DI SARRI

Dal primo minuto, però, gli era stato preferito Gabbiadini; Sarri ha rilanciato in campo l’ex Samp dopo un po’ di gare per far sì che ritrovasse minuti, sorrisi e fiducia, ma l’operazione non è andata a uno fine.
Per lui un’ora di gioco abbondante, un solo tiro, lasciato troppo solo dai compagni è troppo spesso incapace di fare la differenza nella manovra offensiva. Nel Napoli del primo tempo resta il meno lucido; Callejon la sblocca subito al quarto d’ora con un assist al millimetro di Insigne, mentre Gabbiadini resta solo a guardare. Dopo il gol, però, gli azzurri hanno la colpa di abbassare il ritmo e il Bologna ci mette poco a non incassare. Solo Insigne prova ad impensierire seriamente Da Costa, ma una volta si spegne sui suoi guantoni ed un’altra il giro del pallone risulta troppo ampio per fare realmente male.
La squadra di Donadoni deve risvegliarsi nella ripresa visto che in avvio di seconda frazione sono gli ospiti a crederci di più; il Napoli delle alternative (con in campo Strinic, Zielinski e, appunto, Gabbiadini) si scioglie e lascia spazio, la difesa si schiaccia e Verdi trova il gol della serata beffando un colpevole Reina.
Sarri corre ai ripari e il cronometro – oltre che il campo – gli dà ragione; Ghoulam e Milik riprendono il loro posto in campo, bastano sei minuti ad Hamsik per armare il sinistro del polacco che segna di fino, accarezzando leggermente il pallone e spingendolo in rete. Il San Paolo impazzisce, il Bologna è di nuovo sotto e il Napoli di nuovo in vetta. Altri dieci minuti ed è ancora Milik a far passare i titoli di coda; bomba di sinistro dal vertice alto dell’area di rigore e Da Costa beffato sul proprio palo. Prima di fioretto, poi con la spada. La corsa verso la curva sa di rivalsa per quanti ne avevano messo in dubbio le qualità balistiche.

IN VETTA ASPETTANDO LA JUVE

Le telecamere, nel frattempo, vanno dritte sul volto di Gabbiadini che non può far altro che applaudire i compagni. Il Napoli si prende la gara ed il bottino pieno, si prende addirittura la testa della classifica anche se solo per una notte, aspettando la Juve di Milano e la Roma di Firenze.
Gli azzurri possono sedersi comodi in poltrona in questa domenica di metà settembre, ma di certo seduto non ci sarà Sarri; alcuni errori di ieri danno indicazioni precise, il Napoli può alternare i suoi giocatori, ma è ancora lontano dalla possibilità di gestire con calma il risultato evitando brutte sorprese. E soprattutto non può più fare a meno di Arkadiusz Milik.
Se Callejon scappa in testa alla classifica dei cannonieri del campionato con 5 gol in quattro uscite, subito dietro di lui c’è già l’ex Ajax; le doppiette con Milan e Bologna al San Paolo gli permettono la media realizzativa di un gol a partita e la possibilità di accompagnare all’uscita uno spettro grande quanto tutto il San Paolo.
I tifosi azzurri presenti sugli spalti cominciano a gridarne il nome con maggiore convinzione, innamorati di quell’omaccione polacco di appena 22 anni ma che si muove in campo con il fare da uomo vissuto. Capace di spazzare via in poco tempo polemiche, ricordi, perplessità.
Sarri se lo coccola e se lo tiene stretto, anche senza farglielo capire; oggi almeno lui può sedersi in poltrona, ma da stasera è già tempo di pensare a Genova.

 

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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