Quando Arkadiusz Milik è arrivato a Napoli, ad agosto, i tifosi lo hanno accolto con gioia e una buona dose di speranza, ma anche con un pizzico di diffidenza. Il giovane polacco è stato acquistato dalla società partenopea per 32 milioni di euro che, a dirla tutta, non sono pochi. Il compito oneroso di sostituire Gonzalo Higuain, scappato via dalla città e apostrofato dai napoletani come il peggiore dei traditori, non era esattamente un incarico semplice e forse Arek avrà tentato di non pensarci troppo, per non sentirne il peso.
Ma Milik non è un ragazzino alle prime armi, la pressione la vive bene, trasforma l’ansia in stimolo e sono bastate poco più di due partite per eleggerlo eroe dell’attacco azzurro. Più che eroe, un vero gigante: un metro e ottantasei, spalle da nuotatore e fisico scolpito. I suoi esordi coi fiocchi hanno convinto i napoletani ad avere fiducia nel 22enne che, due settimane fa nel match contro il Milan al San Paolo e poi nella prima sfida degli azzurri in Champions a Kiev contro la Dinamo, ha deliziato tutti con due doppiette. Doppiette che non solo hanno fatto sì che nessuno rimpiangesse il Pipita, ma che – principalmente – hanno risolto due partite importanti. Sono poco rilevanti tutte le analisi del caso, se il polacco sia in grado o meno di partecipare alle azioni, se sia già in perfetta sintonia con i compagni, se abbia ancora tanto da imparare ed incassare: Milik, nonostante avesse davanti a sé due difensori di un metro e novanta è riuscito a segnare e, per giunta, di testa.
Adesso che l’ex Ajax ha soppresso tutti i dubbi grazie a questa partenza col botto, forse tutti smetteranno di cercare continuamente il confronto con l’argentino. Un paragone che non regge più, i due hanno caratteristiche diverse e, soprattutto, una storia differente. De Laurentiis quest’anno ha rinunciato ad un campione dal valore esorbitante ed eccessivo, per creare un attacco equilibrato, una compresenza di giocatori abili e col fiuto del gol. È difficile prevedere quale sarà l’excursus delle prestazioni di Milik durante questa stagione ma al momento, dati alla mano, il 99 piace anche più del 9.
L’avvio grintoso del polacco, osservato dal punto di vista di Manolo Gabbiadini, dev’essere pesante da digerire: il bergamasco scalpita dallo scorso anno per un posto da titolare e, con l’addio di Higuain, sperava ovviamente di avere più spazio. A detta di Maurizio Sarri, però, Gabbiadini non vive male la concorrenza: “Ultimamente Manolo ride di più”, ed è bastato vedere con quanta carica ed energia sia subentrato ieri sera (giocando soltanto una decina di minuti) per comprendere il suo stato d’animo in panchina.