Vincere in trasferta, in Champions, non è mai facile. Soprattutto per un Napoli così inesperto, fin dall’allenatore, in ambito europeo. E si è visto chiaramente ieri in diverse fasi della partita; una timidezza, come sottolineato anche da Sarri nel post-partita, dovuta all’emozione e all’importanza della gara. Su questo aspetto bisognerà lavorare nel tempo, ma intanto gli azzurri hanno portato a casa tre punti fondamentali. Espugnato il temibile Olimpiyskyi di Kiev, contro una Dinamo controcorrente: disattenta e fragile dietro, pericolosa in avanti, nonostante un deludente Yarmolenko, leader tecnico dei biancoblu. Che si è ritrovato di fronte un Ghoulam sugli scudi.
Non è stato un inizio di partita spumeggiante per l’algerino, che ha lasciato troppo spazio proprio a Yarmolenko per il cross sul gol di Gramesh. Ma si è riscattato subito dopo, con la pennellata per la testa di Milik per la prima marcatura azzurra. Dall’assist in poi, l’asticella della sua prestazione ha subito un’impennata, che si è poi stabilizzata durante la ripresa, quando è cresciuto molto anche in fase difensiva. Nei secondi 45′, infatti, Yarmolenko è completamente uscito di scena, se non per futili ed isolate occasioni.
Se riuscisse ad equilibrare il livello di concentrazione nell’arco dei novanta minuti di gioco, l’ex Saint-Etienne sarebbe fra i primi in Europa in quel ruolo. A 25 anni ha ancora tutto il tempo per la maturazione definitiva. Intanto, quella di ieri sera è stata una prova importante, sia dal punto di vista caratteriale che tecnico-tattico. Avanti così.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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