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#AMENTEFREDDA – E allora auguri alla signora Sarri

 

Maurizio Sarri ©Getty Images

 

Il regalo migliore è quello che non t’aspetti, che ti arriva dritto tra le mani quando nemmeno lo hai chiesto. Dev’essere stato così per la signora Sarri, quando il marito Maurizio le ha chiesto scusa a fine agosto: “Perdonami, cara, ma so già che al tuo compleanno non potrò esserci”. Da festeggiare, c’era forse qualcosa di eguale importanza; un esordio in Champions League coi fiocchi, una vittoria in rimonta ed il battesimo del fuoco da ricordare, perché migliori non potevano essercene. Si sarà rassegnata la signora Marina, già al momento del sorteggio; il regalo più grande è quella vittoria, quella prima pagina e quella partita da copertina che il marito s’è preso in vent’anni di campo. Dalle categorie inferiori alla Champions con il Napoli, dal dopo lavoro ad un contratto milionario con le telecamere di tutto il continente puntate su di lui, in fondo, l’unica costante è stata lei. E, contenta, avrà fatto un sorriso spegnendo la sua candeline mentre in TV osservava Maurizio fare quello per cui più di tutto s’è impegnato: vincere.

UN REGALO COI FIOCCHI

“Oggi è il compleanno di mia moglie, non le ho neanche fatto un regalo. Questa vittoria la regalo a lei”, l’esordio di Sarri ai microfoni subito dopo il fischio finale. “Ma la gara non mi è piaciuta, abbiamo sbagliato troppo, alcuni ragazzi hanno pagato qualcosa; lo sforzo fisico e L’inesperienza”, ci aggiunge il tecnico, come sempre bastone e carota. Il Napoli di Kiev non ha convinto, ma è la Champions e non la Serie A; è difficile dominare in lungo e in largo visto che anche le squadre come la Dinamo Kiev creano preoccupazioni e problemi a tutti.
Il Napoli ci ha provato ad imporsi, l’ha fatto nel primo quarto d’ora, poi ha sofferto le avanzate dei padroni di casa; la Dinamo è tra le mura amiche un rullo compressore e il 2-1 finale in favore degli azzurri è un risultato che dovrebbe far riflettere in positivo.
Come già visto contro il Pescara e il Milan, gli azzurri hanno risposto alla grande al momento di difficoltà; il gol ucraino avrebbe potuto spezzare le gambe ed il fiato, invece la squadra di Sarri ha saputo rialzarsi e rilanciarsi, con la forza del gioco, la classe dei singoli, la testa di Arkadiusz Milik, uno che prende l’ascensore per due volte e beffa l’intero paese ospitante.

UN NAPOLI BRUTTO E VINCENTE

Sembra tutto facile, ma invece non lo è. Perché prima di colpire, l’ariete polacco guarda la porta ed il portiere e mette la palla lì dove nessuno potrebbe arrivarci. Il Napoli vola già prima della ripresa, si prende nuovamente la gara è mostra alla Dinamo tutte le sue qualità. Bravi a non perdere la testa, a farsi forza l’uno con l’altro; non solo Milik, infatti, perché il Napoli di ieri sera porta il nome anche di Faouzi Ghoulam e di Kalidou Koulibaly. Prestazioni superbe che hanno aiutato l’intero gruppo, giocatori che sembravano già veterani della competizione.
Così come veterano sembrava Sarri, capace di riprendersi la scena nel secondo tempo; le strigliate nell’intervallo devono aver fatto bene, ma la Champions non ti lascia tranquillo neanche quando sei superiore all’avversario. Da qui la sofferenza nell’ultima parte di gara, gli errori per il fiato corto di alcuni azzurri in mezzo al campo, l’impatto non proprio esuberante di Insigne e Gabbiadini, subentrati nell’ultima fase di gara.
Tutto da rivedere, ma ci può stare; una vittoria a Kiev all’esordio, in fondo, è già un grande risultato per partire col piede giusto. Non sempre per vincere si può convincere, questo lo sa anche la signora Marina. Che soffia sulle candeline ed esprime il desiderio: per una volta, ricevere lo stesso regalo per due anni di fila sarebbe un pensiero straordinario.

 

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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Gennaro Arpaia

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