Sarri: “Mie parole strumentalizzate, non sento la pressione”

Sarri GETTY IMAGES

Maurizio Sarri a sorpresa ha parlato ai microfoni di Sky dopo la gara contro il Palermo. All’inizio, un chiarimento sulle dichiarazioni della vigilia sul mercato azzurro: “La Juventus prese giocatori già fatti, ai vertici italiani ed europei. Noi abbiamo giocatori giovani e dal grande futuro, è bello che il Napoli sia sicuro per i prossimi 2-3 anni. Ho solo fatto una riflessione logica: essendo giovani, ci vorrà pazienza per farli crescere. Chi ha fatto calcio lo sa benissimo. Sono state un po’ strumentalizzate le mie dichiarazioni“.

Un po’ di turnover comunque c’è stato, e la squadra ha fatto bene nonostante tutto: “Ho grande fiducia nel gruppo, la squadra può diventare veramente forte, Le scelte di stasera sono chiare, Zielinski è stato con me un anno e parte avvantaggiato. Volevo interni forti sulle linea oggi, poi qualcuno è tornato stanco. Ho visto bene Maggio e l’ho fatto giocare. Mi fa piacere che ci siano i giovani che danno sensazione di crescere, altri invece hanno avuto un’estate tormentata come Diawara e Maksimovic che sono indietro fisicamente, altri sfortunati come Giaccherini e Tonelli, Quando in un mese ci sono 7 partite diventa difficile inserirli e fare tanti allenamenti tattici”.

A livello di modulo cambierà qualcosa?: Ci stiamo lavorando, anche a livello prettamente tattico. Serve accompagnare le caratteristiche dei giocatori che abbiamo. Ad esempio Milik è pericoloso da solo ma di più quando attacchiamo insieme. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo e poi pian piano gli avversari si sono stancati e ci hanno lasciato qualcosa in più. Non stravolgeremo nulla però“.

Rispetto all’anno scorso le pressioni sono aumentate, oppure le cose non sono cambiate per il tecnico? Sarri spiega: “Napoli è una città molto particolare, se tutto lo prendi come una pressione esci pazzo. Io lo prendo come amore, è un pubblico che ha dimostrato anche di perdonarci quando abbiamo fatto male. Non sento tutta questa pressione, solo la necessità di doverli far divertire”.

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