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#AMENTEFREDDA – Pensavo fosse Cavani, invece era Maksimovic

 

É finita. Finalmente. Alle ore 23 di ieri sera si é chiusa una estenuante è lunghissima e ribollente estate di calciomercato, una di quelle piena zeppa di trattative, di affari da fare. Di cose non fatte, di voci del tutto infondate. Si é chiusa come si chiude una porta; senza sorprese, senza colpi di scena, senza botti finali. Un po’ di sofferenza, però, i tifosi del Napoli l’hanno provata: quando l’affare Maksimovic, bloccato all’aeroporto di Francoforte, rischiava di saltare per l’ennesima volta, tutti i tifosi azzurri e gli addetti ai lavori hanno pensato ad un Soriano-bis, una di quelle cose che poi difficilmente riesci a scordare.
Stavolta, però, é andata diversamente; corsa al volo verso Roma, visite approssimative (per non dire nulle) e firma immediata. Sarri ha il suo nuovo centrale, che va ad accompagnarsi a Koulibaly, Albiol, Chiriches e l’ultimo arrivato Tonelli. Il serbo é il settimo acquisto di una campagna di mercato estiva che lascia alcuni dubbi ed altre ottime sensazioni.

SETTE COLPI PER UN NUOVO NAPOLI

Sette nuovi innesti, il primo sul finire dello scorso campionato, l’ultimo a pochi giri di lancette della chiusura del mercato. Il Napoli cambia tanto, investe tanto, perde tanto e rischia tanto.
In entrata Sarri non può che registrare un aumento deciso di facce nuove; Tonelli e Maksimovic, che hanno aperto e chiuso rispettivamente la campagna acquisti, integrano il pacchetto di centrali. Ma il colpo più importante é stato trattenere Albiol e Koulibaly, che saranno i titolari ancora per un altro anno. Nulla di buono, invece, sulle corsie esterne; gli azzurri non hanno modificato gli assetti a sinistra, dove Strinic é sempre alternativa a Ghoulam, né a destra, dove Maggio, sicuro partente alla fine dello scorso anno, continua ad essere alternativa ad Hysaj.
La grande rivoluzione arriva a centrocampo: dietro Allan, Hamsik e Jorginho, titolari della mediana anche quest’anno, sono arrivati Zielinski, Rog e Diawara, un ’94, un ’95 e un ’97 che hanno davanti a loro un futuro roseo e devono solo essere plasmati dalle sapienti mani di Sarri.
In azzurro ci é arrivato anche Giaccherini; per cifre, un acquisto che nulla dà e nulla toglie a questo Napoli, per convenienza solo una pedina in più che potrà servire a riempire qualche buco dato dal tempo e dalle troppe competizioni da giocare.
Il trauma per la partenza di Higuain, in avanti, é stato fatto rientrare solo con l’acquisto di Milik; il polacco ha già fatto vedere le sue qualità, ma basterà il suo innesto (e quello di Roberto Insigne, rimasto in azzurro) a mantenere l’attacco azzurro sulle medie dello scorso anno?

LA RIVEDIBILE GESTIONE DEI CASI HIGUAIN E GABBIADINI

Meno bene, forse, é stata gestita la situazione in uscita. Simbolo di tutto é stata ovviamente la cessione di Higuain, che dall’azzurro passa ai rivali bianconeri creando stupore, rabbia, amarezza in ogni tifoso. Il Napoli avrebbe potuto impedirlo? Probabilmente si, ma ora é impossibile tornare indietro e bisognerà capire quanto bene si potrà fare anche senza il Pipita.
Lunghe trattative, ma alla fine positive, quelle che hanno rinnovato la mediana; solo Lopez é andato via in Spagna a titolo definitivo, prestiti annuali per De Guzman e Grassi (torna all’Atalanta dopo non aver mai giocato un minuto d’azzurro, le trattative inspiegabili), Chalobah via per fine prestito e Valdifiori inserito solo all’ultimo minuto all’interno dell’affare Maksimovic.
Resta in azzurro Omar El Kaddouri, così come farà compagnia al fratello Lorenzo anche Roberto Insigne; il Napoli ha davvero voluto trattenere i calciatori o non ha saputo inserirli in qualche trattativa per alleggerire la rosa?
A dirlo sarà la stagione, nel frattempo resta da registrare l’ultima confusa mossa di mercato, quella riguardante Gabbiadini; con l’addio di Higuain doveva essere la nuova punta titolare, ma per tutta l’estate le voci di un addio si sono ripetute. Il Napoli e Sarri l’hanno sempre difeso, poi la prima gara a Pescara ha forse cambiato le cose; corsa sul mercato, si seguono Bony, Kalinic, Pavoletti, addirittura Cavani. La trattativa per l’ex azzurro c’è, il tempo no, nulla si conclude e tutto torna sulle spalle di Gabbiadini.
Toccherà a Sarri recuperarlo mentalmente e fisicamente; nel frattempo Ventura l’ha chiamato in nazionale, preferendolo ad Insigne, che sia il primo passo verso la risalita?

 

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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