Siamo convinti che tutta Napoli, al primo cinguettio di De Laurentiis, ha rischiato un coccolone fulminante, anche a causa del giochino tempistico del presidente azzurro. No, signori, il protagonista del tweet non è Cavani, ma Marko Rog, finalmente ufficializzato. Superate, per fortuna, alcune complicazioni contrattuali che si erano create nei giorni scorsi. Mancava solo l’annuncio. E’ il sesto acquisto del club partenopeo in questa sessione estiva, che ha ancora tempo per qualche botto finale. Ma nel frattempo, a prendersi la scena è il centrocampista croato, ormai ex Dinamo Zagabria. Un nome, una garanzia.
BIOGRAFIA. Anche la cara vecchia Wikipedia, in questo caso, sbaglia. Il luogo di nascita di Rog non è Zagabria, come molti pensano, ma Varaždin (nel 1995), che si trova a 81 km di distanza dalla capitale. Ed è proprio nella squadra locale che inizia la carriera del neo azzurro: 17 gol nella stagione d’esordio nella terza serie croata. Numeri che non passano inosservati e l’anno successivo passa al RNK Spalato, stavolta in prima divisione. Anche qui, il giovane Rog non sbaglia un colpo, tanto da convincere la Dinamo a spendere ben 5 milioni di euro per portarlo a Zagabria. Ci mette pochissimo a convincere tutti delle sue qualità, tanto da attirare su di sé l’attenzione dei top club europei in pochi mesi. Ma soprattutto, strappa l’attenzione anche di Ante Čačić, il ct della Croazia, che decide di portarlo a Euro 2016. La vetrina definitiva per un ragazzo destinato ad un futuro da top player.
CARATTERISTICHE. Anche De Laurentiis ha provato a spiegarlo nei suoi tweet: Rog è un centrocampista duttile, che può giocare sia in un centrocampo e tre che a due. Vero, tutto vero. Ma non solo. In più occasioni, sia alla Dinamo che in Nazionale, ha anche ricoperto il ruolo di esterno destro, sinistro e anche trequartista (parliamo ovviamente di un 4-2-3-1). Nel caso del 4-3-3, cioè il modulo del Napoli, è una mezzala, mentre il mediano non sembra essere un ruolo adatto a lui per svariati motivi. Insomma, un centrocampista (quasi) totale.
Il paragone con Modric e Rakitic è da prendere con le pinze. Sì, qualcosa c’è, ma non troppo. Rog non ha le geometrie del primo e non ha i tempi d’inserimento del secondo: è esplosivo, estroso, ma con intelligenza tattica e conseguenti buone doti difensive. Non è un mastino, ma fa tutto con applicazione. Il fisico, tutt’altro che statuario, non lo aiuta, quindi tende a sfruttare il dinamismo. Deve migliorare sotto molti aspetti: ma Sarri può lavorarci.
In fase di possesso, parliamo di un ragazzo dalle evidenti qualità tecniche. Lo supporta anche una brillante “capacità di improvvisazione”: è istintivo nelle giocate, è in grado di trovare la soluzione migliore in tempi brevi. Bravo nelle transizioni palla al piede e nello “strappo”. E’ ancora però un po’ acerbo e, dal punto di vista tattico, ha bisogno di crescere per affrontare al meglio un campionato come la Serie A.
Sei gol e quattro assist nell’ultima annata in Croazia. Ancora più importanti i numeri di questo inizio di stagione: cinque gol e due assist fra campionato e Champions in 12 gare. Insieme a Zielinski e Diawara forma un centrocampo giovanissimo (62 anni in tre) e dalle enormi qualità, presenti e future. Tanta roba.
RUOLO. Sarri, almeno per il momento, non sembra voler prendere in considerazione l’idea di cambiare modulo. Anche perché, se il 4-3-3 gira così bene, che senso ha? De Laurentiis ha provato a dargli qualche consiglio nei tweet, ma di certo il tecnico non ne ha bisogno. Ora come ora, in un modulo che non prevede il trequartista, non può che essere la mezzala il ruolo migliore che può ricoprire Rog. Ha bisogno di spazio per incidere e utilizzarlo in posizioni di campo troppo arretrate significa limitare le sue qualità.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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