Una ipotesi, via via accresciutasi e diventata sempre più una vera e propria idea di calciomercato. Edinson Cavani è una sagoma, un fantasma che si aggira tra i vicoli di Napoli pur essendo a chilometri di distanza, più su verso la fredda Parigi.
Anzi, a Monaco, perché nel Principato il ragazzo di Salto con alle spalle un passato azzurro stasera giocherà – o dovrebbe giocare… – il turno di Ligue 1 con addosso la maglia del Paris Saint Germain. Eppure, la Napoli ‘tradita’ e abbandonata tre anni fa non ha smesso di ricordarlo, addirittura cercandolo in città quando voci di corridoio l’hanno catapultato dalla Tour Eiffel al lungomare partenopeo, materializzatosi automaticamente nelle stanze di un hotel che dà direttamente sul golfo più bello del mondo.
Una pedina importante, Edinson Cavani, uno di quei bomber che fanno tremare i polsi e le caviglie degli avversari, eppure a Parigi il Matador non è mai stato un vero Re; l’ombra di Ibrahimovic è stata ingombrante, ma anche ora senza lo svedese il popolo parigino non vede in lui il salvatore perfetto. Da qui le trame di mercato, da qui le possibilità di un ritorno che prima si assottigliano, poi si allargano; le stesse possibilità che oggi hanno trovato muro di fronte ad un comunicato dello stesso Aurelio De Laurentiis, presidente azzurro che spegne i sogni del suo popolo. Cavani arriverà? No, risponde lui.
Quella per il Matador resta in ogni caso una ipotesi difficile, quasi irrealizzabile nella tenuta pratica dell’affare. Da mettere insieme ci sono le volontà di diverse parti, la capacità del Napoli di liberare Gabbiadini e dare l’assalto all’uruguaiano, facendo sì che lo stesso PSG trovi poi un sostituto all’altezza per la sua stagione.
Ballano cifre importanti, perché se è vero che Cavani non viene più valutato 65 milioni di euro – cifra che i parigini pagarono per strapparlo al Napoli nel 2013 -, di certo non puoi portarlo a casa ad un prezzo irrisorio.
E il Matador a Parigi si fa pagare bene, visto che il suo ingaggio si aggira intorno ai 10 milioni di euro a stagione.
Nonostante le notizie dei quotidiani, poi, il rapporto tra il calciatore e lo stesso De Laurentiis non è stato chiuso in modo idilliaco tre anni fa, come il presidente confermò direttamente dal ritiro di Dimaro.
Tutti elementi che fanno scemare le aspettative, che sembrano chiudere ad ogni costo le porte ad un ritorno eventuale. In più ponendo l’accento su una squadra reduce da un’ottima prestazione in campionato e trascinata dal suo nuovo attaccante, quel Milik che è a tutti gli effetti un gioiello da lanciare e già capace di segnare una doppietta importante nel suo esordio al San Poalo dal primo minuto. Proprio come fece Cavani.
Eppure non tutto in quel comunicato sembra funzionare.
Si potrebbe partire dalla tempestività dell’intervento diretto; ADL dirama il comunicato intorno alle ore 15 di una domenica pomeriggio di fine agosto, orfana anche del calcio giocato. Un orario alquanto insolito se pure si pensa che il presidente napoletano, per diletto o per natura, non è mai stato storicamente avvezzo a comunicati di questo tipo; confermare o sconfessare una trattativa di mercato non è, effettivamente, compito di un presidente, non con queste modalità.
Si parla di “difficoltà” nel riportare a Napoli un campione del passato – e gliene diamo atto -, ma non di impossibilità; una differenza che sembra sottile, ma in fondo non lo è e che ricorda un po’ le parole pronunciate un mese fa da Marotta: “Higuain? Il Napoli non lo cede, è difficile. Per ora…”
Sul gusto o meno delle minestre riscaldate, poi, potremmo aprire un intero dibattito; senza tornare troppo indietro nel tempo, Napoli è la stessa città che un anno fa ha riabbracciato con gusto Pepe Reina dopo l’anno di esilio in Germania col Bayer Monaco e che, come dimostrato dall’episodio di qualche notte fa, riabbraccerebbe subito Cavani, alimentata dall’addio bruciante di Higuain e da un rancore ormai scemato nell’ultimo triennio.
In più, c’è un precedente storico a giocare a sfavore del numero uno azzurro; il comunicato diramato questo pomeriggio, infatti, sembra tanto ricordare quello con il quale ADL negò il viaggio a Londra per incontrare Rafa Benitez.
Come andò alla fine lo ricordano tutti e a volte la storia, non solo quella scritta sui libri, sa anche ripetersi.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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