ALLENATORE. Fra i due litiganti, il terzo gode. Montella, da sempre pallino di Berlusconi, ha avuto la meglio su Brocchi e Giampaolo ed diventato l’allenatore del Milan. Curiosità: quella rossonera è l’ennesima panchina ereditata da Sinisa Mihajlovic, proprio come successo con Catania, Fiorentina e Sampdoria. Al tecnico di Pomigliano D’Arco, dunque, l’arduo compito di conquistare un posto in Europa, e magari farlo mettendo in mostra un bel gi(u)oco. Ma un allenatore, da solo, i miracoli non può farli. Ed è un discorso applicabile anche a tutti i tecnici che si sono susseguiti in questi anni a Milanello. Ora è il turno dell’aeroplanino, probabilmente l’ultimo tecnico dell’era Berlusconi.
COME GIOCA – 4-3-3
Donnarumma; Abate, Gomez, Romagnoli, Antonelli (De Sciglio); Kucka, Montolivo, Bonaventura; Suso, Bacca, Niang.
Montella ha scelto il 4-3-3 come modulo di base del suo Milan. Lo ha adottato sempre nel corso delle amichevoli pre-stagionali e anche all’esordio contro il Torino. Una prerogativa dell’allenatore è quella di far partire sempre l’azione dalle retrovie: Romagnoli in questo senso è un punto di riferimento, essendo il centrale con le migliori caratteristiche tecniche. Molto interessante, in fase di possesso, è anche la posizione dei due terzini (Abate e Antonelli), che diventano degli esterni aggiunti. Nel frattempo, le due ali d’attacco si accentrano e creano densità in area di rigore in appoggio alla prima punta. Sarà curioso vedere se adotterà questo sistema – chiaramente offensivo – anche contro il Napoli.
PREGI. Con un mercato di bassissimo profilo, Montella non può fare altro che affidarsi alla voglia di riscatto dei suoi calciatori. Anche perché, in vista dell’arrivo dei nuovi proprietari cinesi, per molti può essere un’ultima occasione per dimostrare il proprio valore. L’allenatore, oltre a curare l’aspetto tattico, sta lavorando proprio in questo senso, con la speranza di ottenere risposte significative. Ci ha provato per lungo tempo anche Mihajlovic; e sappiamo tutti come è andata a finire…
DIFETTI. La lista è lunga. Dal punto di vista tattico, la fase difensiva e il centrocampo sono i nodi dolenti di questa squadra. Dietro manca un leader (e Paletta, squalificato per il match contro il Napoli, non è una soluzione), mentre nella mediana scarseggiano i piedi buoni, con Montolivo che fa sempre molta fatica a far uscire in maniera pulita la palla dalla propria metà campo. Contro i granata, inoltre, si è verificato un altro problema rincorrente del Milan dell’ultimo quadriennio: la scarsa tenuta mentale nel corso della stessa gara. Domenica, negli ultimi 20′, i rossoneri hanno rischiato di mandare in fumo un vantaggio di due reti e, soprattutto, una buona prestazione. A metterci una pezza il baby prodigio Donnarumma nel finale.
L’UOMO CHIAVE. Galliani lo ha offerto a mezza Europa per fare cassa. Fra le squadre interessate c’era anche il Napoli, che però non ha affondato il colpo. Carlos Bacca alla fine è rimasto al Milan e ha fatto subito il botto con una tripletta. Il colombiano ha un killer instinct fra i migliori al mondo, ma ha bisogno del supporto della squadra. Ha trovato in M’baye Niang un abilissimo braccio destro; il francese è chiamato alla consacrazione e Montella sembra aver mosso le corde giuste per valorizzarlo. Attenzione alle accelerazioni di questo classe ’94, che è bravissimo nell’abbinare le qualità fisiche a quelle tecniche. Hysaj è chiamato alla grande prestazione.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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