di Antonio Papa (Twitter @antoniopapapapa)
Sarà forse enormemente prematuro trarre subito conclusioni. Infatti concediamo a Manolo Gabbiadini il beneficio del “per ora” e partiamo dall’analisi del singolo episodio: il Napoli a Pescara ha giocato senza una prima punta, almeno nei primi 52 minuti. Manolo ha palesato limiti venuti fuori spesso con difese schierate e arcigne: troppo statico, troppo abituato ad aspettare il pallone sul piede per poi provare ad inventare qualcosa. Abitudine non sbagliata tout-court, ma sicuramente poco costruttiva quando si deve fare un certo tipo di gioco assecondando i dettami tattici del proprio allenatore. Per il movimento che fanno gli esterni di Sarri, se non si attacca lo spazio si diventa prevedibili e si scompare subito dalla partita: nelle pagelle di Pescara-Napoli, infatti, Gabbiadini è stato fra i peggiori. In tal senso molto meglio Milik, che quando è entrato (complice anche Mertens, sicuramente) ha dato più profondità, dando benefici anche al gioco del belga e ai movimenti corali della squadra. Ma non è una condanna per il bergamasco, anzi. L’idea è che per le sue caratteristiche possa essere valorizzato molto di più in altre vesti. Seconda punta, esterno, addirittura trequartista o falso nueve: ecco quindi un focus tattico sui possibili impieghi di Gabbiadini nel Napoli.
L’OPZIONE ‘IN CORSA’ PER GABBIADINI AL NAPOLI: SECONDA PUNTA NEL 4-3-1-2
Prima una premessa: se partiamo dall’assunto che Manolo Gabbiadini non è adatto per fare il centravanti come lo richiede Sarri, allora va da sé che bisognerà tornare sul mercato Napoli per prendere un altro attaccante. Non per penalizzare il #23, ci mancherebbe, ma anzi per ricollocarlo in un ruolo a lui più congeniale. Gabbiadini è un signor calciatore, se sfruttato come si deve può essere devastante, anche e soprattutto a partita in corso. Ma probabilmente renderebbe molto meglio da seconda punta, con al suo fianco un attaccante che gli apre gli spazi come lama nel burro. Forse non proprio Milik, col quale potrebbe finire per pestarsi i piedi, ma se si acquista un attaccante più portato a svariare o a fare ‘peso’ lì davanti può essere sicuramente una buona soluzione tecnico-tattica. Lo scrivemmo anche quando il Napoli stava per comprare Lapadula, prima che poi lo acquistasse il Milan: per ‘quel’ progetto c’era già Gabbiadini, del capocannoniere della B non c’era bisogno. Proposta per avere in canna un colpo letale: cedere El Kaddouri per recuperare un posto in lista, prendere un centravanti di peso e proporre il 4-3-1-2 in corsa, quando la situazione si fa complicata e c’è bisogno di cambiare qualcosa. Il trequartista? No problem, può farlo Insigne (perfetto lo scorso anno nelle prime partite) o Zielinski, preso anche per dare questa varietà tattica. O addirittura potrebbe farlo proprio lo stesso Manolo: con due punte più strette può partire da posizione più arretrata, quasi da ‘falso nueve’, per poi inserirsi nello spazio o lasciar andare il missile da fuori. Stessi uomini, movimenti diversi. Sicuramente da provare, magari in situazioni di ‘emergenza’ in cui serve una trazione anteriore per recuperare un risultato sfavorevole. Altrimenti l’equilibrio tattico può anche andare a farsi benedire.
L’OPZIONE DAL PRIMO MINUTO PER GABBIADINI AL NAPOLI: ESTERNO DESTRO CON GIACCHERINI A SINISTRA
Maurizio Sarri nella conferenza stampa prima di Pescara-Napoli è stato molto chiaro: cambi di modulo potranno vedersi semmai in corsa, dal primo minuto si parte sempre con il 4-3-3. E in questo caso abbiamo già visto che spazio per Gabbiadini ce n’è ben poco. La sua posizione preferita, l’abbiamo visto alla Sampdoria, è quella di attaccante che parte largo da destra per poi accentrarsi sul sinistro e liberare la dinamite che ha nel piede. Nel Napoli questa soluzione non è possibile, sostanzialmente per due motivi. Il primo è la presenza sull’altra fascia di calciatori dalle spiccate doti offensive e poco votati al sacrificio, come Insigne e Mertens. In tal senso (e qui veniamo al secondo motivo) risulta assolutamente indispensabile la presenza a destra di Callejon, che con il suo lavoro oscuro è il vero ago della bilancia del 4-3-3 di Sarri, un po’ come lo era Eder nella Samp di Mihajlovic. Gabbiadini a destra e Insigne/Mertens a sinistra difficilmente lo vedremo, toglietevelo dalla testa. Diverso è il discorso se subentra Emanuele Giaccherini, acquisto molto intelligente del Napoli, passato molto sotto silenzio solo perché non è un nome di grido. Per Sarri Giaccherini sarà un elemento preziosissimo: nasce esterno alto, ma in carriera ha fatto la mezzala, ha fatto perfino il fluidificante. Il talentino toscano sarà l’alter-ego di Callejon, da piazzare indifferentemente a destra o a sinistra. Messo sull’out mancino consentirebbe a Gabbia quella libertà di movimento e di far male che altrimenti non avrebbe. Ecco, questa è l’idea, l’opzione da turn-over che può cambiare volto al Napoli. Manolo Gabbiadini in questa squadra può starci alla grande, può diventare l’ennesima arma segreta di Sarri per far saltare il banco. Basta che lui capisca la sua potenziale importanza senza scalciare troppo, e basta che società e tecnico non si intestardiscano nel voler per forza smussare gli angoli a chi è nato quadrato.
(Graphics by Giorgio Bruno)
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