Per il terzo anno di fila, Maurizio Sarri non riesce a vincere alla prima di campionato. Due sconfitte (una al debutto assoluto con l’Empoli) e un pareggio, il bottino del tecnico. Ieri, dopo i primi 45′, sembrava dovesse prevalere la regola del “non c’è due senza tre”, che avrebbe reso il week-end dei tifosi un vero incubo, dopo aver visto Higuaìn segnare un gol vittoria con la maglia della Juventus. Ad evitare il tutto ci ha pensato Dries Mertens.
Due gol nell’arco di tre minuti, dopo aver preso il posto di Insigne. Che non ha avuto una grande serata. Il 24 non è ancora in condizione e anche dal punto di vista mentale è apparso assente, svogliato. Ci si aspetta di più da uno che si sente in dovere di battere cassa un mese sì e l’altro pure. E allora spazio al belga, ancora decisivo da subentrato.
Ma questo ruolo di risolutore part-time comincia a stargli stretto. Lo conferma quello sguardo, lungo e intenso, rivolto alla panchina in occasione del primo gol, mentre riporta la palla a centrocampo. Anche l’anno scorso è successo qualcosa di simile, in un Napoli-Palermo del 28 ottobre, quando si esibì in un’esultanza rabbiosa dopo aver segnato la rete del raddoppio. Ma il “caso” si spense ancor prima di essere acceso. E la stessa cosa va fatta anche stavolta. Anzi, ben vengano i dualismi, perché supportano la crescita. Sia individuale che del gruppo.
La stagione, poi, è molto lunga. Il Napoli dovrà affrontare campionato e Champions con la stessa intensità di sempre. Tutti sono chiamati a dare il loro apporto. E se Insigne rimarrà bloccato nella sua indolenza, niente paura: siamo certi che il soldatino belga non si farà trovare impreparato.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)