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#AMENTEFREDDA – Il Napoli come Cenerentola, ma il ballo non aspetta

Maurizio Sarri ©Getty Images

 

Probabilmente l’anguria è ancora lì, sopra lo stomaco e la testa persiste sotto un ombrellone di una spiaggia che tra qualche giorno chiuderà i battenti segnando la fine di un’estate lunga, bollente, tribolata; insopportabile. Il Napoli è ancora in vacanza e l’invito dev’essere arrivato tardi dalle parti dei ragazzi di Sarri; come l’ultima delle Cenerentole, gli azzurri si presentato in ritardo al primo Gran Ballo della stagione, con sede all’Adriatico di Pescara. Quarantacinque minuti di inspiegabile ritardo che lasciano all’avversario il gioco, il campo, persino il risultato; lanciarsi su di un treno in corsa è sempre più difficile che aspettarlo alla stagione, ma per stavolta il Napoli è riuscito almeno a non perdere la coincidenza. È andato smarrito il bagaglio, però, quello dei tre punti e dei tre sorrisi, quello che si è schiantato sulla decisione di Rocchi che sorprende Giacomelli e annulla il rigore concesso da quest’ultimo. La gara, in pratica, si chiude lì, perché il Pescara non ne ha più per sorprendere gli altri e il Napoli non sa più superare la squadra di casa, arroccata per non prenderle.

UN PRIMO TEMPO DA DIMENTICARE

La prima gara del nuovo campionato va quindi agli archivi. Cosa resterà? Un primo tempo ed un Napoli troppo brutti per essere veri. Chiariamo: qui le beghe di mercato, gli Higuain partenti, le mancate alternative c’entrano poco: il Pescara è l’ultima arrivata n massima serie, ha inserito nell’organico tanti giocatori nuovi, approccia alla categoria per la prima volta. Si sarebbero dovuti vedere problemi di meccanismi di amalgama e invece nella prima frazione la squadra che va a memoria è quella abruzzese. Non il Napoli che, nonostante tutto, rispetto alla squadra dello scorso anno ha cambiato praticamente un uomo su undici. E va bene che Higuain è Higuain, ma dietro di lui la squadra avrebbe dovuto camminare retta su quei binari costruiti già lo scorso anno. Ma non è così; gli azzurri nella prima frazione non ne azzeccano una e riescono nell’impresa di avere in campo il fisico di gente con la testa altrove; in Inghilterra è forse quella di Kalidou Koulibaly, in Spagna, a Valencia precisamente, quella di Raul Albiol, quando entrambi si perdono Benali poco dopo i primi dieci minuti e lasciano che la punta avversaria vada a colpire indisturbata Reina. Poi è il momento di Caprari – uno dei tanti nomi associati al mercato del Napoli questa estate – che beffa quattro uomini azzurri e colpisce al cuore la difesa dal centro dell’area; il Pescara non sembra una neo-promossa (e complimenti al tecnico Oddo), così come il Napoli non sembra una squadra capace di chiudere al secondo posto e centrare la Champions.

IL CONIGLIO DAL CILINDRO HA LA FACCIA DI MERTENS

La guida Sarri non deve aver dato i suoi frutti, ma le squadre dell’ex allenatore empolese, si sa, vengono fuori alla distanza; lo scorso anno al Napoli servirono tre turni di campionato per raggiungere la prima vittoria è storicamente Sarri all’esordio non ha mai vinto né convinto. Un anno fa fu debacle a Reggio Emilia, ieri sera sembrava che tutto potesse andare nello stesso modo, ma stavolta il coniglio dal cilindro è uscito e almeno un punto nella sacca azzurra ci è arrivato. Quel coniglio, con la faccia di Dries Mertens, salva tutto in casa Napoli, in tre minuti tra il 60′ e il 63′ mette le cose a posto e ristabilisce la parità, prima inventandosi un gol di pura classe, poi spuntando prima di tutti nel cuore dell’area di rigore. Insigne, in panchina dopo poco più di cinquanta minuti e sostituito proprio dal belga, deve sentirsi le orecchie fischiare mentre l’altro esulta; colpa di prestazioni scialbe dovute alla forma ancora lontana e alle parole di troppo di qualche procuratore che non sempre fa il bene dei propri assistiti. La gara potrebbe trasformarsi in pieno successo quando Giacomelli chiama il rigore per un fallo su Zielinski in piena area, ma Rocchi è pronto a rovinare la festa azzurra e fa cambiare idea al collega in mezzo al campo. Pescara è amara, così com’è amara la consapevolezza che tutto poteva andare diversamente; il bicchiere sarà mezzo pieno, visto il punto guadagnato, o mezzo vuoto, visti i già due punti di ritardo da Juve e Roma?A deciderlo sarà il Napoli, che tra meno di una settimana si ritroverà davanti il primo Milan di Montella, rocambolesca mente vittorioso alla prima di campionato. Le spalle al muro ci sono già e le scuse non troveranno più alcun seguito.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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