La SSC Napoli e la conferenza ‘ad invito’: “Giornalisti per autocertificazione, decidiamo noi chi è adatto”

foto sscnapoli.it
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Una guerra ai giornalisti ‘per autocertificazione’, quella lanciata dal Napoli con la decisione di ieri di stabilire i partecipanti alla conferenza stampa di Maurizio Sarri. Una definizione data dal responsabile della comunicazione della Società, Nicola Lombardo, che in un comunicato ha deciso di spiegare la decisione, dopo le numerose polemiche sorte in questi giorni. Un comunicato lungo e molto argomentato, dove il Napoli ribadisce l’intenzione di stabilire quali saranno le testate accreditate e quali no. Vi riportiamo il testo integrale:

“Ieri pomeriggio abbiamo comunicato, attraverso il nostro sito ufficiale, le regole per gli incontri con Maurizio Sarri da organizzare prima di ogni partita. Non una conferenza stampa aperta a chiunque bussi alla porta di Castel Volturno, ma un appuntamento selezionato. A questi incontri potranno partecipare le testate che saranno invitate. In pratica, abbiamo detto che per entrare a casa nostra, a Castel Volturno, è necessario un invito. Alcune associazioni di categoria hanno ‘stigmatizzato’ questa nostra iniziativa, peraltro senza chiamarmi per chiedermi conto di quanto loro trovavano così intollerabile. Non per questo motivo sento la necessità di un mio intervento, ma perché ho ascoltato una trasmissione radiofonica nella quale un giornalista diceva che ‘per fortuna la cosa era rientrata’.

Non è rientrato nulla, anche perché non c’era nulla che dovesse rientrare.

Viviamo in un mondo in cui chiunque si può proclamare giornalista per autocertificazione. Persone che non hanno fatto alcuna gavetta, scuola, o esperienza in strutture redazionali vere, pretendono di ergersi a giornalisti, di partecipare alle conferenze stampa o agli incontri, e prendere parte attivamente alle discussioni.

Noi pensiamo due cose: la prima, che a casa nostra, perchè Castel Volturno è la sede del Napoli, se decidiamo di organizzare un incontro con i media, un incontro privato e non pubblico come quelli che ogni settimana avvengono negli stadi, o che sono previsti dalle regole Uefa, noi possiamo decidere di invitare chi pensiamo sia adatto a questo tipo di occasioni. Senza discriminazioni, senza farlo per evitare ‘domande sgradite’, ma solo per avere un quadro quanto più professionale di questo momento.

La seconda cosa è che non ha senso far partecipare a un incontro con un allenatore testate che non avranno comunque la possibilità di interloquire con lui, perchè il tempo di questi incontri è limitato e si deve garantire lo spazio a chi questo lavoro lo sa fare e lo fa da molto tempo. Non possiamo consentire che i giornalisti che si proclamano tali ‘per autocertificazione’ possano penalizzare il lavoro dei giornalisti veri. E considerando che questi incontri, come quello di domani, vengono comunque trasmessi in diretta su una televisione nazionale, sulla nostra radio ufficiale, sui siti internet che fanno la loro diretta testuale e sul sito della società, nulla viene nascosto nè impedito.

Non solo, limitando il numero delle testate a quelle che sono la parte reale di questa professione, diamo la possibilità a tutti di fare le loro domande. Gli incontri ad invito non sono una mia invenzione. Li fanno a Palazzo Chigi, alla Casa Bianca, all’Ocse, nelle grandi aziende. Nessuno si sente offeso o discriminato se non è nella lista.

Ma visto che siamo in tema, voglio aggiungere alcune considerazioni.

Il calcio, dal 1996 con l’introduzione della Legge Veltroni che ammette anche in Italia il fine di lucro per le società sportive, è cambiato. Le società di calcio sono aziende che devono cercare un profitto che, reinvestito, faccia crescere economicamente l’azienda per farla competere ai massimi livelli.

Le società di calcio devono, se vogliono vincere o sopravvivere, liberarsi da un mondo di regole stantie che non può più essere tollerato. Solo così si potrà competere, vincere e non rischiare di fallire.

Per concludere: le associazioni di categoria che tanto si sono agitate ieri per una semplice procedura nella quale sono state invitate 25 testate media, per quale motivo non si agitano quando i loro associati mortificano la loro professione facendo dei semplici copia e incolla, o scrivendo  ‘notizie’ senza fare alcun controllo delle fonti o dei fatti riportati?”

Nicola Lombardo

Responsabile delle Comunicazione del Napoli

 

 

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