Puntare sui giovani è da sempre croce e delizia delle scelte di un allenatore: un azzardo, un’incognita, un salto nel vuoto. Difficile prevedere se il rischio valga la candela, ma il Napoli quest’anno ha deciso di osare, operando comunque delle scelte oculate. Non è nelle intenzioni, né negli interessi dei partenopei affidarsi completamente ad una formazione giovane. Le “big” sono piazze pretenziose: le differenze tra un piccolo club e una squadra della portata del Napoli di Sarri – che affronterà la Champions League e dovrà vedersela coi giganti del calcio – sono abissali. Una giovane promessa, che milita in una società senza particolari esigenze, affronta match e sfide calandosi nella parte, nemmeno troppo onerosa, del potenziale fuoriclasse che ha tanta voglia di mettersi in mostra. Vediamo quindi i pro e i contro di un progetto futuribile come quello che sta provando ad impostare il Napoli e su quali giovani è il caso di puntare per andare sul sicuro. O quasi.
IL PROGETTO DEL NAPOLI: GIOVANI PROMESSE A BRACCETTO CON I VETERANI
Abbiamo accennato a quelle che sembrano le intenzioni del mercato Napoli di quest’anno: prendere giovani promettenti ma già affermati, anche a prezzi elevati, con la speranza che diventino dei fuoriclasse di livello mondiale, come già accaduto ad esempio con Cavani. Ma cosa succede se questi potenziali fuoriclasse vengono inseriti in un contesto dalla concorrenza spietata e con obiettivi impegnativi? Il progetto di Maurizio Sarri appare abbastanza chiaro: il mister vuole equilibrare il nuovo che avanza con le colonne portanti, creando una salda stabilità grazie alla giusta combinazione fra brio e maturità. Ma i pilastri non sono costruzioni prefabbricate e vanno edificati mattone su mattone: Marek Hamsik ha appena rinnovato a vita il suo contratto con il Napoli, ma è approdato in azzurro alla tenera età di vent’anni e prima di diventare capitano azzurro e leader del gruppo si è fatto le ossa, ha lavorato a testa bassa e ha dovuto dimostrare tutte le sue qualità, mandando giù più di un boccone amaro e subendo le critiche di chi non lo considerava particolarmente decisivo negli appuntamenti importanti.
PUNTARE SUI GIOVANI? IL MERCATO DEL NAPOLI E GLI INVESTIMENTI A LUNGO TERMINE
Se promuovere il settore giovanile vuol dire incappare nell’ostacolo dell’inesperienza, bisogna anche ammettere che dare una chance ai novellini è sinonimo di investimenti a lungo termine. Basta ricordare l’errore clamoroso del Manchester United che, grazie all’astuzia di Mino Raiola, lasciò andare via Paul Pogba “regalandolo” alla Juventus che pagò soltanto le spese di commissione, e oggi, a distanza di qualche anno, lo ha venduto proprio al Manchester di Mourinho per 105 milioni di euro. Altro esempio lampante è quello di Philippe Coutinho che fu costretto a dire addio all’Inter giungendo al Liverpool per 13 milioni di euro, ma oggi ne vale almeno il quadruplo ed è fra i più ambiti trequartisti della Premier. Anche il Napoli ha ceduto Edu Vargas, che ha mostrato tutto il suo valore durante la Copa America con il suo Cile, con un pizzico di superficialità. Sebbene non abbia reso al meglio nelle (poche) chance avute in azzurro e anche nelle successive esperienze, il cileno forse avrebbe meritato qualche possibilità in più prima di essere spedito in Brasile, in Spagna, in Inghilterra e poi, a titolo definitivo, in Germania.
IL NAPOLI E I GIOVANI SU CUI PUO’ FARE AFFIDAMENTO SARRI
Non è una missione facile intuire chi ha la stoffa per imporsi e non essere una semplice meteora. Il Napoli al momento può contare – a meno che non ci siano colpi di scena – su Lorenzo Insigne, classe ’91, che nella scorsa stagione ha dimostrato di essere cresciuto tantissimo: quasi sempre preferito a Mertens, lo scugnizzo ha collezionato 165 presenze e 29 reti, in totale, in azzurro. Il Magnifico, però, attualmente è al centro di possibili trattative con l’Inter, contrattazioni che prevederebbero uno scambio con Icardi. Allan e Gabbiadini, anche loro 25enni, non vantano gli stessi numeri di Lorenzo con la maglia del Napoli, ma Manolo ha dato dimostrazione di forza proprio qualche giorno fa nell’amichevole contro il Monaco: quattro gol e un assist, lanciando un chiaro segnale ai compagni di reparto. L’ex Samp, infatti, scongiurato il pericolo Pipita, dovrà comunque battagliare per avere un posto da titolare con Arkadiusz Milik. Il giovane polacco arriva da due stagioni ad alto livello con l’Ajax ed ha il fiuto per il gol, utilissimo anche per un ricambio continuo in panchina. Maurizio Sarri ha fortemente voluto Piotr Zielinski, centrocampista polacco che si è messo in mostra negli ultimi due anni proprio in quell’Empoli di mister Sarri. Il mercato estivo potrebbe portare anche Marko Rog – il suo arrivo è praticamente ufficiale – centrocampista croato della Dinamo Zagabria. Giovanissimo (classe ’95) ma eclettico e dinamico, si adatta a qualsiasi ruolo a centrocampo; è agli esordi ma può già ben sperare di emulare la carriera dei suoi connazionali Modric e Rakitic, mostrando come la piazza croata sia piena zeppa di talenti (Marko Pjaca è appena approdato alla Juventus ed ha già convinto nell’amichevole contro il West Ham). Ancora incerto, invece, il futuro di Alberto Grassi: il 21enne è arrivato al Napoli durante il mercato invernale ma ha prima dovuto fare i conti con un infortunio e, in seguito, non è riuscito a trovare spazi per l’esordio; sarebbe un peccato perderlo perché è fra i più talentuosi del vivaio italiano.
È fondamentale riuscire a trasmettere a questi giovani serenità: nessuno, fra loro, deve raccogliere il testimone di Higuain (il paragone con un campione del genere sarebbe impensabile), vivendo così appieno l’esperienza senza ansie da prestazione ma solo col desiderio di fare il massimo per contribuire alla crescita della squadra e quella personale.
a cura di Biancamaria Ciccarelli