Icardi, Cavani, Diego Costa. Non importa chi, basti che sia un si. Importa che qualcuno arrivi, qualcuno di questi, qualcuno che sappia mettere la palla dentro e sappia farlo per mestiere. E che abbia un nome pesante, però. Non Milik o Gabbiadini, giovani, già capaci di segnare e l’hanno pure dimostrato, ma uno che sappia fare gol, ma anche fermare i rotocalchi. Perché non bastano le segnature, servono le copertine, i rotocalchi, le prime pagine. Serve l’asso che arrivi dal Real Madrid da poter rilanciare, serve l’ex campione che torni da Parigi dopo aver spezzato i cuori azzurri, serve il goleador giovane e promettente manipolato dalla compagna/agente che faceva la modella mezza nuda e adesso gestisce il calciomercato milanese e italiano.
Il tifoso è così, ha bisogno di un nome che lo rassicuri; è successo lo stesso a Roma un anno fa. È arrivato Dzeko a riempire l’eterno vuoto della prima punta dominante che completasse una squadra già forte. Conclusione? Un fiasco pazzesco.
Va così anche quest’anno, anche per il calciomercato del Napoli. Gli azzurri hanno perso Higuain e da due settimane non si fa altro che sfogliare la margherita per capire chi sia il suo sostituto. Icardi è il nome più gettonato, argentino erede naturale di un altro argentino, capocannoniere della A l’anno prima di lui ed ex rampollo di casa Moratti pronto a cambiare aria. Per amore? No, per soldi, ovviamente. Il Napoli lo cerca insistentemente, lui si fa desiderare e nel frattempo attira nella sua trappola l’Inter; il rinnovo coi nerazzurri – a cifre modestamente più alte – è dietro l’angolo con buona pace del Napoli.
Le ipotesi Falcao o Diego Costa sono – probabilmente menomale per il Napoli – tramontate molto presto, mentre l’opzione Cavani si è accesa solo negli ultimi giorni, ma per un semplice gioco delle parti.
La scelta di una punta è così necessaria? A guardare i numeri, non si direbbe. Il Napoli, nelle sue prime sei uscite amichevoli, da Dimaro a Berlino, ha messo a segno ben 31 gol, subendone uno. Il gioco offensivo non è parso così deficitario, seppur si trattasse di calcio d’estate. La mano di Sarri c’è e si vede, allora perché non reinvestire quella cifra importante per completare i pacchetti di difesa e centrocampo, dando fiducia ai giovani e già pronti Gabbiadini e Milik?
Ai posteri, anzi, al calciomercato e ai suoi giorni finali, l’ardua sentenza.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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