Recentemente sul web si è discusso molto dell’attribuzione dello scudetto del 1915, conteso da svariate squadre, data l’interruzione del torneo a causa della prima guerra mondiale. Per far chiarezza sulla vicenda, la redazione di NapoliCalcioLive.com ha contattato Mario Fadda, studioso di calcio e creatore della pagina facebook ‘Calcio d’altri tempi’.
Ciao Mario, negli ultimi tempi si è sentito spesso parlare dello scudetto del 1915. Prima di analizzare il possibile vincitore e tutte le vicende avvenute in questa stagione, parlaci di quel campionato. Com’era strutturato? Qual era la situazione al momento della sospensione?
“Il campionato di I Categoria (Serie A dell’epoca) godeva dal 1912-13 di un carattere grosso modo nazionale. Nel 1914-15 era suddiviso in 3 macro aree e vi si organizzavano tre diversi tornei, quello settentrionale, quello centrale ed infine quello meridionale. Il più strutturato era naturalmente quello del nord Italia, il quale prevedeva una prima fase a gironi a carattere regionale, seguita da 4 raggruppamenti di semifinale, le vincenti dei quali approdavano al girone finale che avrebbe determinato la finalista dell’Italia settentrionale. Per il centro Italia si avevano un girone toscano ed uno laziale che qualificavano 2 squadre ciascuno ad un girone di semifinale. Al sud come nelle due precedenti edizioni risultavano iscritte solamente due formazioni partenopee: il Naples e l’Internazionale Napoli. Anche qui veniva disputata una doppia finale di qualificazione alla finale centro meridionale. Al momento dello stop (domenica 23 maggio 1915) al nord mancava una giornata al termine del girone finale. La classifica vedeva in testa il Genoa con 7 punti, seguivano appaiate Torino ed Inter con 5, chiudeva il Milan con 4, ormai fuori dai giochi. Gli incontri in programma erano: Genoa-Torino e Milan-Inter. Al Genoa occorreva almeno un punto per qualificarsi alla finale, ma già all’andata il Torino aveva surclassato i rossoblù con il punteggio di 6 a 1. Anche l’Inter, in caso di sconfitta genoana e contemporanea vittoria sui cugini rossoneri, poteva ancora nutrire speranze. In questo caso 3 squadre sarebbero giunte a sette punti, rendendo necessario un triangolare di spareggio per decretare la finalista nord. Al centro la Lazio, anche in virtù del forfait del Lucca e conseguente vittoria a tavolino, era qualificata alla finale centro-meridionale. Al sud, dopo gli incontri del 18 e 25 aprile, si qualificò l’Internazionale Napoli, ma la Federazione il 30 aprile 1915 annullò gli incontri a causa del tesseramento irregolare di 2 calciatori ed ordinò la ripetizione delle gare. Il 16 maggio si disputò il primo incontro sul campo di Agnano e l’Internazionale di Napoli uscì vittorioso dal terreno di gioco con un netto 3 a 0. Rimaneva l’incontro di ritorno con la Lazio che attendeva la sua avversaria, ma a questo punto scoppia il conflitto e la federazione blocca il torneo, con la convinzione di riprenderlo in tempo utile. Ripresa che non giungerà mai”.
Da tempo la Lazio reclama l’assegnazione di quello scudetto, dato arbitrariamente al Genoa. Con quali prove la società biancoceleste punta a farsi giustizia?
“La Lazio reclama quel titolo in base alla richiesta formulata da un gruppo di supporters che ha lanciato una petizione on line capace di raccogliere oltre 33 mila firme. A corredo è stata presentata una corposa documentazione, la cui parte nevralgica è il dossier emerotecario. In questo dossier, oltre alla nota rinuncia del Lucca (già di dominio pubblico ma presentata come grande scoperta), fa da fulcro la notizia dell’annullamento della finale sud e la presunta squalifica di entrambe le finaliste napoletane decretata dalla Federazione. I periodici citati sono “L’Italia Sportiva” e L’Idea Nazionale”, entrambi romani. Su tale presunta squalifica si regge la richiesta e la disparità di trattamento con il Genoa, evidenziata dalla commissione federale appositamente istituita. Tale dato però è errato e viene confutato da diversi periodici che attestano come quella finale si sia poi in parte disputata. La notizia relativa all’incontro del 16 maggio 1915, disputato a Napoli, si trova ne “La Gazzetta dello Sport”, in “Tribuna Sport”, ne “Il Mattino” ed in “Il Football”.
Nella tua analisi affermi che almeno sei squadre, compreso il Napoli, potrebbero reclamare l’assegnazione di quello scudetto. Puoi spiegarci qual è il motivo principale?
“Le sei squadre che, in base alla mia ricostruzione dei fatti, possono a buon diritto reclamare quel titolo sono il Genoa – già acclarato campione che, a mio avviso, non deve essere leso nel diritto acquisito – il Torino, l’Internazionale di Milano, la Lazio, l’Internazionale di Napoli ed il Naples. La mia motivazione è suggerita dell’equo trattamento che ha portato la commissione federale ad esprimersi in favore dell’eventuale ex aequo: Torino e Inter erano in corsa, così come il Genoa nel girone nord, la Lazio attendeva la finalista sud e non era ancora qualificata alla finalissima, la sua posizione la equiparava alle tre formazioni del nord succitate, nulla di più. Poi rimangono Internazionale di Napoli e Naples, entrambe ancora in corsa ma che non poterono completare il loro raggruppamento e vedere realizzate le giuste aspirazioni d’accesso alla finale sud. Se la commissione federale ha ravvisato gravi disparità di trattamento all’epoca, questa stessa percezione di disparità dovrebbe allora estesa a tutte e 5 le società e non solamente alla Lazio”.
Cosa dovrebbe fare il Napoli per richiedere lo scudetto del 1915? Ci sono i tempi tecnici per riaprire il contenzioso?
“La posizione del Napoli è molto particolare. La Società, infatti, all’epoca non esisteva. Ascarelli (futuro primo Presidente del Napoli) faceva parte nel 1915 del direttivo dell’Internazionale Napoli. Solamente dopo la guerra, nel 1922, la frattura che aveva portato alla nascita dell’Internazionale Napoli si ricompose e nacque così l’Internaples, che il 1 agosto 1926 cambiò denominazione divenendo il Napoli che oggi conosciamo. Di certo il Napoli non può vantare il numero di matricola delle due gloriose compagini, ma ne è di certo emanazione. Dopotutto anche il titolo onorifico del 1944 è stato riconosciuto a Lo Spezia, anche se quel torneo venne vinto dai Vigili del Fuoco di La Spezia, dato che i calciatori erano gli stessi, come pure la dirigenza. La società partenopea potrebbe perlomeno chiedere di valutare la propria posizione, proprio in virtù di un equo trattamento ed in memoria di quei giovani che caddero. Anche le due società napoletane piansero i loro caduti e molti a fine conflitto di certo non poterono più essere presenti a reclamare quel titolo”.
C’è un precedente che sorride al Napoli. In Germania lo SV Blau-Weiss Berlin vanta nel proprio palmarés un titolo nazionale vinto dal Berliner Thor-und Fussball Club Union 1892, club che, insieme al Berlines FC Vorwarts diede vita nel 1927 a questo club della capitale. Credi che in Italia si arriverà ad una soluzione simile?
“È difficile dare una risposta, ma posso dire che la stessa Lazio cita in suo favore l’incredibile decisione della Federcalcio tedesca di far disputare nuovaente, nel 2007, la finale scudetto del 1894 A quel tempo l’Hanau, per ragioni economiche, non poté raggiungere la sede designata per disputarvi le finali ed il titolo andò a tavolino al Viktoria di Berlino. In virtù di questo esempio, non vedo perché il Napoli stesso non possa portare in suo favore l’episodio da voi citato. Come già detto dopotutto la commissione, ravvisando gravi disparità di trattamento, mira a raggiungere un equo trattamento tra le parti”.
Data la tua esperienza e le numerose ricerche fatte, questa vicenda non può aprire un precedente importante per stravolgere l’albo d’oro del campionato?
“Credo che siamo di fronte ad un importante spartiacque. Qualora le richieste dovessero essere accolte, altre società potrebbero vedere lesi i propri diritti in riferimento ad altri episodi. Fra i precedenti più eclatanti che sarebbe semplice rivendicare mi viene in mente, ad esempio, il titolo mai riconosciuto all’Udinese nel 1896, quello revocato al Torino nel 1927 e lungamente richiesto dai granata ma reclamato anche dal Bologna o ancora il titolo del 1925, vinto dal Bologna, sul quale pesano gravi pressioni politiche ed incidenti che ne falsarono l’andamento e che viene reclamato dal Genoa, che così vedrebbe finalmente la stella sulle proprie maglie. La decisione presa dagli organi federali potrebbe portare ad una nuova e forse infinita fase di recriminazioni”.