I tempi di un progetto sportivo oculato sono ben differenti rispetto a quelli che la natura concede a un calciatore professionista. Analizzando questa semplice differenza temporale, è facile capire perché il club di De Laurentiis si ritrovi oggi a fronteggiare svariati problemi di gestione dei calciatori. Tralasciando la questione Higuain, pur non marginale, vale la pena concentrarsi sulla voglia d’addio di Kalidou Koulibaly.
Un giocatore giovane con alle spalle una sola stagione realmente impressionante, che teme di veder consumare i suoi anni migliori incastrato nei quinquenni progettuali del presidente. Dieci anni di programmazione non sono nulla per un club in crescita ma rappresentano la maggior parte, se non l’intero arco della carriera di un giocatore.
L’oculatezza di De Laurentiis ha portato fuori dai ‘guai’ il club, per poi condurlo in Europa, al secondo posto in Italia e su una terra serena e pacata chiamata stabilità economica. I calciatori però chiedono di più, ovvero quello stesso salto di qualità invocato dai tifosi, al fine di lasciare un segno. I soldi contano ma per uno sportivo le vittorie hanno quasi pari valore.
I tifosi del Napoli più giovani, quelli tra 12 e i 15 anni, non ricordano o stentano a farlo il volto e il ruolo di Montervino o Grava, per citarne soltanto due. Il ricordo è un privilegio che spetta ai vincenti.
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