Si torna a parlare di stadio San Paolo. Dopo il concerto di Gigi D’Alessio c’è stato lo sfogo del presidente De Laurentiis, che si è lamentato delle condizioni del manto erboso che, a suo dire, sembrava quasi bruciato. Ha poi detto la sua il diretto interessato, D’Alessio, che si è detto pronto a pagare di tasca propria, qualora tempo e acqua non dovessero bastare a risanare il terreno. Giovanni Castelli, agronomo della Lega Calcio, avendo visto dapprima soltanto in fotografia il campo, se n’era già lamentato, sottolineando come altrove le spese siano responsabilità di chi organizza l’evento. Quest’oggi ha parlato a ‘Il Mattino’, in seguito alla visita di persona: “Quello che hanno fatto è increscioso. Serviranno almeno due anni prima che il manto torni come prima. Da vicino la situazione è più impressionante delle foto, che avevo definito raccapriccianti. Mai visto un campo ridotto così dopo un solo concerto. Al di là della U d color giallo, dovuta alla mancanza di ossigenazione, ci sono buche profonde, lasciate dai piloni, con evidenti segni lasciati dai mezzi pesanti, credo addirittura cingoli. Ci sarebbe da prenderli a schiaffi. Si poteva evitare tutto questo, con un po’ d’attenzione. E’ un modo di vivere lo stadio anche quando non c’è il calcio ma occorre farlo in maniera diversa. Serviranno tra i 20mila e i 60mila euro. Per la rizollatura completa invece si parla di 150mila euro. Per un campo a cinque stelle si dovrà attendere il 2018”.
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