Soltanto qualche settimana fa Mirko Valdifiori sembrava ormai un ex giocatore del Napoli: dopo una stagione con pochissimi sprazzi positivi e tanta, tantissima panchina, il ragazzo pareva voler trovare nuova linfa vitale altrove, per poter riscattare l’avventura decisamente non esaltante in azzurro. Soprattutto le parole dell’agente avevano dato parvenza di quasi certezza alla necessità di cedere il calciatore: “Ama Napoli ma voglio che vada via, deve giocare per ritrovare la Nazionale e quindi sicuramente lascerà il Napoli”, questo il succo delle parole di Mario Giuffredi, ripetute peraltro svariate volte, come se la voglia di evadere fosse prioritaria. Proprio oggi, però, è arrivato un piccolo passo indietro da parte del procuratore. E a questo punto la situazione diventa più che caotica.
“Valdifiori resterà al 50%”. Una percentuale non incoraggiante, certo, ma pur sempre meglio di uno 0 assoluto. Una moneta con cui fare testa e croce forse darebbe persino più garanzie. Le verità dietro questo improvviso dietrofront potrebbero essere molte: il convincimento di Sarri, suo mentore e maestro, l’impossibilità di trovare spazi da titolare in un altro club di medio-alto livello, delle offerte che forse non soddisfano sia dal punto di vista economico che da quello del blasone. Anche l’opportunità di giocare la Champions League per la prima e, potenzialmente, l’ultima volta in carriera potrebbe aver giocato un ruolo decisivo. Una partenza che potrebbe trasformarsi in permanenza, dal giorno alla notte.
In verità, molto più realisticamente, Giuffredi e Valdifiori stanno aspettano l’offerta giusta da accettare, per sposare un nuovo progetto. Difficilmente la percentuale di permanenza di Valdifiori al Napoli aumenterà nel corso delle prossime settimane: più probabile, invece, che finisca per scendere nuovamente. Per ora, il calciatore resta azzurro e potrebbe addirittura partire per il ritiro di Dimaro. E chissà che, forse, per l’ex Empoli non si possa aprire una nuova giovinezza in maglia azzurra, a dispetto del mercato e delle percentuali, evidentemente non più infallibili come una volta.