La verità applicata allo sport ti fa sempre pensare che, in fondo, chi vinca abbia sempre ragione. Vero, quantomeno in parte. Vero, perché le vittorie aiutano, rilassano, uniscono e compattano, sia i calciatori di un gruppo, in questo caso, che la realtà che li circonda. È il caso dell’Italia, una nazionale che si ritrova, dopo i primi 180 minuto d’Europa, prima nel girone e già qualificata. Due vittorie importanti, non belle, ma pesanti, che hanno saputo cementificare il gruppo azzurro a disposizione di Conte e soprattutto mettere la strada in discesa, tanto che l’ultima uscita del girone, quella in programma domani contro l’Irlanda, sarà solamente una passerella per la nazionale, un test comunque importante ma che non metterà in discussione la posizione nel girone ormai conquistata.
La non importanza della gara di domani, però, apre le porte per alcuni dubbi che attanagliano la nazionale di Conte dal giorno delle convocazioni.
Al centro ci cade dritto anche il napoletano Lorenzo Insigne, il cui tabellino recita ancora “zero” alla casella dei minuti giocati in questo Europeo.
L’assenza di Insigne sembra fin qui essere giustificata: mai realmente presente all’interno del progetto Conte nell’ultimo biennio, il nativo di Frattamaggiore non è di certo avvantaggiato da un modulo, il 3-5-2, che non ne metterebbe in risalto le qualità, abituato lui a giocare largo in un attacco a tre. Potrebbe anche giocare da seconda punta, vero, ma in quel ruolo Antonio Conte gli preferisce Eder, andato a segno contro la Svezia dopo quasi due gare completamente incolore.
Il CT preferisce rinunciare al miglior attaccante italiano dell’ultimo campionato (Insigne ha messo insieme 13 gol ed è andato in doppia cifra anche negli assist), preferendogli anche Immobile o Zaza, uno che in stagione ha giocato con la Juve solo scampoli di partita, quasi mai partendo da titolare, come invece ha quasi sempre fatto Insigne.
Ma quella del napoletano non è l’unica stranezza; anche altri elementi di qualità come El Shaarawy o Bernardeschi, il più giovane del gruppo, non hanno finora mai visto il campo.
La sfida con l’Irlanda del Nord servirà a Conte a schiarirsi un po’ le idee?
Forse, ma è ancora più probabile che quel po’ di qualità che ancora l’Italia calcistica può permettersi non serva a questa nazionale.
In fondo l’hanno già dimostrato: grinta, attenzione, difesa forte e pedalare. A questa Italia servono solo i muscoli.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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