Muscolare, aggressiva e solida, l’Italia pensata ed elaborata da Antonio Conte è pronta ad affrontare l’avventura europea, circondata dalle solite critiche prima di una manifestazione così importante. Partiamo subito da un concetto ineccepibile: il progetto dell’ex allenatore della Juventus mal si sposa con il gioco mostrato dal Napoli di Maurizio Sarri per lunghi tratti della stagione appena chiusa. Basta questo per comprendere le scelte fatte e annunciate ieri sera durante uno spettacolo televisivo francamente evitabile (ma questa è un’altra storia). Il responso era stato anticipato in mattinata e non c’è stato il colpo di scena che ormai in pochi speravano e che ha visto la bocciatura di Jorginho, miglior centrocampista in serie A. Promosso invece Lorenzo Insigne ma solo come jolly da inserire a partita in corso per sparigliare le carte. Il quadro appare chiaro, nonostante le solite chiacchiere da bar: Jorginho ed Insigne non sono adatti al progetto impostato da Antonio Conte.
NON C’E’ SPAZIO PER LA QUALITA’ DI JORGINHO
Dallo stupore all’accettazione, l’italo-brasiliano Jorginho torna a sorpresa a casa e non parteciperà agli Europei. Ha guadagnato posizioni su posizioni, sembrava addirittura in grado di poter conquistare una maglia da titolare ed invece ecco l’amaro taglio dai 23 nonostante gli infortuni di Marchisio e Verratti. La prima esperienza con la maglia della Nazionale si chiude anticipatamente e il regista azzurro viene sacrificato per permettere ad Antonio Conte di impostare la sua idea di gioco, quel 3-5-2 che non vede sbocco per le geometrie e i tempi di gioco dell’italo-brasiliano. Richiesto a gran voce al posto di Sturaro, convocato nonostante le poche presenze in campionato, appare chiaro leggendo la lista dei convocati come Jorginho sia stato scavalcato da De Rossi e Thiago Motta e non dal giocatore bianconero. Il giallorosso e il centrocampista del PSG sono gli uomini scelti per gestire al meglio la mediana a 5, accanto a loro ecco Florenzi, Giaccherini, Sturaro e Parolo mezz’ali con caratteristiche diverse ma decisamente più adatte rispetto a Jorginho, unico nel suo genere tra i convocati ed in grado di offrire il meglio come vertice basso di un centrocampo pronto a dettare i tempi della squadra e a fare gioco. Ma l’Italia non è il Napoli e Antonio Conte se la vuole giocare con il suo dogma, con l’inserimento di centrocampisti dinamici e con un’azione pronta a partire dalla difesa a 3. Insomma si affida alla formula magica che gli ha permesso di vincere ai tempi della Juventus. Alternative? Nessuna, al massimo un anomalo 4-3-3 ed è qui che arriva in aiuto la convocazione di Lorenzo Insigne.
INSIGNE, CARTA DA GIOCARE A PARTITA IN CORSO
Antonio Conte ha pensato anche alle situazioni d’emergenza, ad eventuali momenti di difficoltà e dove bisogna giocare il tutto per tutto. La carta da giocare sarà Lorenzo Insigne, difficile vederlo titolare nella coppia d’attacco, probabile ammirarlo (si spera) in un 4-3-3 da costruire a partita in corso. Il ct crede nelle qualità del ragazzo di Frattamaggiore e punta su di lui per creare la superiorità numerica, aumentare il tasso tecnico e creare scompiglio nelle difese avversarie. E’ questo il messaggio arrivato anche dall’amichevole vinta contro la Scozia che ha visto Insigne entrare nella mezz’ora finale insieme a Bernardeschi per dare maggiore qualità alla manovra della Nazionale. Un ruolo da comprimario che offre poco spazio all’immaginazione.
Tra critiche e apprezzamenti, la Nazionale parte per la Francia consapevole delle sue evidenti lacune. La scelta di Antonio Conte è stata precisa, quasi scontata conoscendo le sue caratteristiche e la sua personalità. Ciò che conta è il risultato e l’unico obiettivo del ct è quello di raggiungerlo anche a costo di sacrificare il bel gioco. C’è poca qualità in quest’Italia, ma tanto carattere e personalità, lo stretto indispensabile per chiudere un progetto durato solo due anni, poco idilliaco e che vedrà il suo epilogo in Francia a prescindere dal risultato.
di Claudio Cafarelli Follow @claudioc7