Gli Europei 2016 sono alle porte e come ogni grande manifestazione che si rispetti l’Italia ci arriva tutta incerottata. Tanti sono i problemi che il ct “residuo” Antonio Conte deve affrontare a Coverciano, con i numerosi infortuni che hanno falcidiato il centrocampo (resteranno a casa Marchisio e Verratti mentre Montolivo, Thiago Motta e De Rossi sono acciaccati e lontani dalla forma migliore), le discussioni con annesse polemiche su chi convocare tra i 23 prescelti (Insigne si o no?) e soprattutto le discussioni su di un tasso tecnico globale giudicato appena sufficiente. Facendo un confronto con i convocati di Euro 2008, l’ultima vera Italia davvero competitiva, o con l’Italia campione del mondo nel 2006, il divario di nomi e di qualità è enormemente a sfavore degli azzurri dei giorni d’oggi, una squadra della quale un indimenticato vecchio volto della nostra Serie A come Dario Hubner è arrivato a commentare: “Con tutto il rispetto, se c’è Pellè allora potrebbero benissimo convocare anche me in attacco”.
PERICOLOSE ANALOGIE – Insomma, non c’è dove sbattere la testa e non aiuta il fatto che Antonio Conte smetterà i panni del commissario tecnico già a luglio, con un divorzio annunciato da tempo ed un contemporaneo accordo multimilionario con il Chelsea noto a tutti. Il diretto interessato ed i vari Tavecchio ed Uva che gli stanno intorno promettono che ciò non influirà negativamente sulla concentrazione del ct e del gruppo azzurro, ma di certo non è una situazione di lavoro ideale. Viene un pò alla mente quanto successo esattamente un anno fa con Rafa Benitez ed il Napoli, quando il divorzio era nell’aria già da tempo e venne annunciato da parte dello spagnolo ai giornalisti prima dell’importantissima partita di campionato contro la Lazio che metteva in palio il terzo posto Champions, in quello che era un vero e proprio spareggio. L’epilogo fu amaro per gli azzurri partenopei, nonostante i proclami della vigilia di voler concludere tra i sorrisi due begli anni sotto al Vesuvio.
AZZURRO? NO, NERO – Ed il rischio è che adesso possa accadere lo stesso con l’Italia, che agli Europei in Francia andrà già sapendo il nome del prossimo ct. Il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, ha affermato infatti nelle scorse ore che entro il prossimo 7 giugno il consiglio federale si riunirà per decidere chi prenderà il posto di Conte. Sarà tutto deciso prima della partenza in Francia. Del resto il rischio inverso è che si ritardi troppo nel dare una svolta, un nome, con l’Italia che a settembre scenderà di nuovo in campo per le qualificazioni ai Mondiali 2018. Ma la sensazione è che non ci sia molto di programmato sullo sfondo, che il nome di Giampiero Ventura per il dopo-Conte sia uscito fuori quasi all’improvviso, e preoccupa il comunicato stampa della FIGC atto a smentire in maniera categorica qualsiasi pressione esterna esercitata su Tavecchio. Di tempo ce n’è sempre poco quando si parla della Nazionale, ma anche bruciare le tappe così tanto velocemente può essere deleterio.