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#AMENTEFREDDA – Da Nord(ahl) a Sud

 

NAPOLI – A descrivere ad una ad una le emozioni della notte del San Paolo non basterebbe un editoriale del giorno dopo. Perché dall’ansia all’Europa il passo può anche sembrare breve, ma in mezzo vivono mille sfaccettature, facce di un sogno e risvolti di una serata che difficilmente uscirà dall’immagine rido dei tifosi napoletani.
Anche se con presidente cinematografico al seguito bisognerebbe ormai essere abituati a film e copioni, la sceneggiatura della notte napoletana sembrava essere la trama di una favola, con avvio shock e finale da brivido. È solo quando l’arbitro ha fischiato per tre volte senza concedere alcun minuto di recupero, che tutta Napoli ha realizzato di essere davanti alla realtà, non all’ennesimo film ben riuscito sui supereroi: il Napoli è in Champions.

HAMSIK INAUGURA

Manca ancora qualche minuto alle 23, ma il San Paolo non vuole saperne di andare via. Come una dipendenza di cui sfruttare ogni attimo, i 60mila presenti al San Paolo sanno di vivere qualcosa di unico ed eccezionale, e vogliono godere di ogni momento, fino all’ultimo. Loro sugli spalti ed in campo la squadra, un gruppo capace di inanellare 82 punti (record massimo nella storia del calcio Napoli) e mettersi dietro la Roma, riuscendo ad accaparrarsi, nonostante le volontà giallorosse, l’accesso diretto alla Champions con tanto di risvolti economici e di fama che ne seguiranno.
Davanti agli azzurri c’è finita solo la Juventus: di rimorsi e rimpianti si potrebbe parlare ore, ma non è il momento per qualcosa che non sia festa ora.
Il San Paolo ribolliva già dal primo pomeriggio, e l’avvio di gara non è stato dei più clementi: il Frosinone, con un po’ di coraggio ed un bel po’ di fortuna, si difende e costringe il Napoli a perdere la testa per la smania. L’espulsione di Gori in avvio di gara parrebbe mettere le cose in discesa per i padroni di casa, ma Zappino è in serata super, e quando non ci arriva lui su Callejòn o Chiriches, ci pensa la traversa a dire di no ad Insigne. Il pubblico già si spazientisce quando Ghoulam, quasi alla fine del primo tempo, butta dalla sinistra l’ennesimo cross in area; la situazione intricata, tra otto gambe ed un Higuain incapace di tirare a rete, viene risolta da Marek Hamsik. Per lo slovacco è la rete più importante dell’anno, quella capace di mettere le cose a posto, donare nuovi sorrisi al pubblico azzurro e agganciare Diego Armando Maradona nella classifica dei gol azzurri in campionato: 81.

GONZALO NELLA STORIA

Ma la storia non può finire qui, perché se l’obiettivo del Napoli e di Sarri era prendersi la vittoria, tenere distante la Roma è, soprattutto, ritrovare la Champions League, c’era da controllare anche il personalissimo obiettivo di Gonzalo Higuain. 33 gol già fatti, 2 da fare per raggiungere Gunnar Nordahl, svedese che con la maglia del Milan fece faville negli anni ’50.
Un record, il suo, mai superato nei successivi 65 anni, un record, però, destinato a sbriciolarsi sotto i colpi del numero 9 argentino.
La spia di Gonzalo si accende al 52°, quando Allan gli regala il pallone per il primo gol. Passano dieci minuti, stavolta al posto di Allan c’è Hysaj, ma Higuain nessuno lo smuove: 3-0, partita finita e Nordahl agganciato a quota 35 reti stagionali.
Ma Gonzalo è uomo di parola a cui non piace condividere le gioie; il primo posto in compartecipazione gli sta stretto, allora al 72° decide di mettersi in proprio e far saltare il banco con una semi-rovesciata da raccontare ai nipotini.
La storia è scritta con la penna del Pipita. Le 35 marcature di Nord-ahl, vengono superate da uno che rappresenta, per quel che è, il Sud di qualsiasi mondo: da Buenos Aires, la sua prima vera casa, a Napoli la vita di Gonzalo è dipinta col pennello dei migliori.
In tre anni sotto il Vesuvio, 91 volte la città ha potuto esordire per un suo gol, letteralmente affidandosi alle braccia di Higuain. Che a fine gara gira lo stadio esterrefatto, conscio che cose così non le vedi a Buenos Aires né tantomeno a Madrid. Che Napoli è innamorata di lui e lo aspetta lì, al solito posto, ai nastri di partenza del prossimo anno.
Un anno che porterà in dote un secondo posto da difendere, un primo da rincorrere e notti di Champions già pronte a riecheggiare.
Notti da campioni; e chi più di Gonzalo può indicare agli azzurri la retta via?

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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