Gargano il ‘bad boy’: “Vi racconto quando picchiai Edo DeLa. Sta nel calcio perché non sa fare altro!”

Gargano ©Getty Images
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Le parole di Gargano hanno infiammato il pomeriggio partenopeo. L’ex centrocampista del Napoli, intervistato da una radio messicana, ha parlato dei suoi trascorsi in maglia azzurra. Queste nuove dichiarazioni di Gargano: “L’anno scorso volevo restare al Napoli, ma il club aveva deciso di vendermi – si legge su ‘tuttonapoli’ – De Laurentiis disse che avevo troppa personalità e che avrei dato problemi alla squadra. Anche se non litigai mai con lui…“.

PRIMI LITIGI – “Nei primi sei mesi in azzurro litigai col capitano, Francesco Montervino. Durante un allenamento ci fu uno scontro di gioco, lui mi diede uno schiaffetto sul viso, come se volesse dire “stai zitto, piccolino”. Pensava che non avrei reagito, ma mi arrabbiai e all’epoca non pensavo molto a quello che facevo, aveva sbagliato persona. Gli diedi un paio di colpì e non reagì, poi cercò di spaventarmi dicendo ‘ti ammazzo!’, una cosa che loro fanno spesso lì, e io gli dissi che a me non piace parlare, e se voleva litigare ero lì a disposizione. Ricordo che Lavezzi mi diceva ‘picchialo, picchialo’! Sono errori che uno commette quando è giovane. Mi vendettero anche per questo motivo“.

 

EDO DE LAURENTIIS – “Tornavamo da una partita contro la Lazio, a Roma. Il Pocho è una persona solare, e nel bus mise la sua musica. Il figlio del presidente la sostituì con uno dei film di De Laurentiis, che è un produttore cinematografico e ne produce vari, peraltro molto brutti. Lui all’epoca non era il vicepresidente del Napoli come lo è oggi, è un ragazzo giovane, ha due anni in più a me, ma visto che non sa fare altro lo hanno inserito nel club. Si arrabbiò quando tutti i calciatori iniziarono a fischiare, io ero seduto al mio solito posto, e visto che non ebbe il coraggio di parlare col Pocho venne da meMi diede uno schiaffo sulla gamba dicendo ‘vi ho detto che non dovete fischiare!’, e io gli dissi tranquillamente “stai sbagliando, non ho fatto niente, il film non mi disturba, sto ascoltando un po’ di musica”. Dopo un po’, un’altra volta, Lavezzi mi sussurrò nell’orecchio ‘Picchialo, picchialo, picchialo’… Io avevo una personalità aggressiva, non era mia abitudine fare a botte e ancor meno col figlio del presidente. Gli diedi uno schiaffone davanti a tutti, mi disse ‘t’ammazzo’ e gliene diedi un altro. Arrivammo a Castel Volturno, scesi dal bus senza zaino e gli dissi ‘andiamo a litigare’, ma lui mi chiese scusa, dicendo di aver sbagliato. Non successe più nulla. Adesso sono cambiato tanto. Ho conosciuto mia moglie, ora sono papà, sono maturato”.

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