Ieri è stato un giorno così incredibile per la storia del calcio che perfino l’avvincente sfida a distanza fra Roma e Napoli è passata in secondo piano. Ragazzi, il Leicester ha vinto la Premier League, ha schiacciato il campionato più ricco del mondo stravincendolo e addirittura chiudendo i conti con due giornate di anticipo. Col Tottenham, perché con le “vere” big li aveva chiusi settimane, anche mesi fa. Kasper Schmeichel, Wes Morgan, Danny Drinkwater, Riyad Mahrez, James Vardy. Ma soprattutto lui, Claudio Ranieri, un uomo per il quale ne sono state spese di parole. Avete già detto tutto voi, non resta più nient’altro da fare se non togliersi il cappello.
Meanwhile in Italy. Da noi si discute di fuorigioco, si “giustifica” la favola del Leicester con il fatturato senza però rapportarlo al resto del campionato. E’ miope eccepire che in Italia sarebbero la terza squadra, ciò che conta è che in Inghilterra, dove effettivamente competono, è come se avesse vinto l’Atalanta, il Chievo, roba del genere insomma. In questa forbice ci sono alcuni dei motivi per cui noi abbiamo tre squadre in Champions e loro quattro o anche cinque. Tutti gli altri spunti di discussione si riassumono nella serata di Napoli-Atalanta. Al San Paolo bastano due gocce d’acqua per inondare tablet e pc dei giornalisti, lo stadio del Leicester invece potete ammirarlo in questa foto. Le infrastrutture prima ancora della programmazione, del cuore e di quel bel pizzico di fortuna che ha trasformato l’annata maledetta delle solite big in un’occasione d’oro per fare la storia. In questo, dagli stadi all’organizzazione, gli inglesi (ma anche i tedeschi, gli spagnoli, i francesi…) sono avanti anni luce, sono talmente quadrati che possono permettersi anche episodi folli come quelli del Leicester campione. Noi intanto stiamo a guardare e mentre stiamo a guardare ci inzuppiamo come pulcini. Il risultato sportivo è un evento estemporaneo, probabilmente più unico che raro, che poteva accadere ovunque. Il resto, invece, può verificarsi solo dove c’è la capacità di programmare e di investire bene. E’ lì che dobbiamo prendere appunti. Sempre se riusciamo a tenere asciutto il taccuino.
di Antonio Papa (Twitter @antoniopapapapa)